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"Poca Juve, ma troppo Ronaldo per la Roma. Che ha giocato di più, ha giocato meglio dei campioni d’Italia ma solo fino al limite dell’area. Dentro, non è mai stata troppo pericolosa. Così ha perso a Torino, consentendo il sorpasso ai bianconeri, ora terzi in classifica, a 4 punti dal Milan e a 5 dall’Inter che ha però una gara in più della Juve. Per i bianconeri la vittoria, per la Roma il rimpianto di una partita ben giocata ma senza cattiveria: è la conferma di quanto sta dicendo la sua stagione, contro le grandi non riesce mai a imporsi. Una sola attenuante, le assenze di Smalling, Pedro e soprattutto di Pellegrini, e con Dzeko per un’ora in panchina.

SEGNARE O POSSEDERE - Tenere palla o fare gol? Essere belli o essere pratici? Juve-Roma è racchiusa in questa domanda, che non è solo filosofia e che spesso non è nemmeno una scelta. La Roma è bella e tiene palla, la Juve è pratica e fa gol, ma la vera risposta sta nel nome di un giocatore, pardon, di un fuoriclasse: Cristiano Ronaldo. La Juve non ha bisogno di stupire col gioco e infatti non ha stupito, anzi, in certi momenti ha quasi rattristato, ma sono bastate tre azioni nel primo tempo per far valere la propria straordinaria concretezza, tre azioni con tre tiri di CR7. La prima è nata da un bellissimo attacco di Alex Sandro che, sfruttando lo spazio lasciato libero da Karsdorp dopo una palla persa in attacco dalla Roma, ha saltato Cristante; dal brasiliano a Morata, dallo spagnolo al portoghese poco fuori dall’area, controllo con la suola del piede destro e in un attimo, meno di un attimo, di sinistro ha fatto passare la palla fra le gambe di Kumbulla piazzandola sul palo lontano. Potremmo definirlo semplicemente gol, ma era di più, era il senso del calcio. Alla seconda uscita, ancora assist di Morata, botta secca di Ronaldo, deviazione di Kumbulla, traversa. Alla terza, ancora una conclusione di Cristiano respinta da Pau Lopez. [...]".

Di Alberto Polverosi per calciomercato.com