E la risposta, si misura a suon di milioni, come i 742 milioni di contributi che, stando alla stagione 2017-18, il calcio ha portato nelle casse dello Stato. D'altronde, il valore di questo sport è andato in crescendo negli ultimi trent'anni, passando dai 455 milioni di giro d'affari nel '91 ai sopracitati 3 miliardi di oggi. Un vero e proprio boom, che vien difficile pensare che si possa fermare, anche solo per poco, anche solo in una situazione per tutti allarmante.
E a trascinare questo carro, senza dubbio in Italia, c'è anche la Juventus. I bianconeri sono tra le società che, più di tutte, stanno pagando a caro prezzo l'emergenza coronavirus. I numeri che lo dimostrano, sono quelli di Piazza Affari, che proprio non sorridono ai bianconeri. Questa mattina si è aperta con un leggero segno positivo (4,91%), ma proprio ieri il valore del titolo ha toccato il minimo dall'inizio dell'anno (0,67). Una caduta verticale, che nell'ultimo mese conta un calo del -37,54%: dati inquietanti, che si collegano anche ai problemi di rapporto spese/ricavi squilibrato, come conclamato prima del coronavirus, ma che da esso oggi risultano dipendere.