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Giuseppe Iachini ha passato tre stagioni a Palermo, tra il 2013 ed il 2016, sfidando la sorte ed un vulcanico presidente come Maurizio Zamparini che, si sa, agli allenatori non concede mai troppo tempo per esprimersi. Eppure, Iachini ha resistito, portando un brillante Palermo all’undicesimo posto in Serie A dopo la cavalcata vincente in B dell’anno precedente. Ora, reduce dall’esperienza meno fortunata di Empoli (lo scorso anno è subentrato ad Andreazzoli, salvo poi lasciare nuovamente il posto all’ex allenatore della Roma, di ritorno) ha modo di guardare calcio a 360°, in attesa dell’offerta giusta: “Ne ho ricevute, sia in Italia che all’estero. Aspetto l’opportunità giusta. Sto guardando tante partite, tra campionato italiano ed altri europei. Si studia, ma non solo le tattiche, si tiene aggiornata la mente”. Una mente sempre attiva quindi, che si concede con piacere un tuffo nel passato, quando proprio in rosanero, come perno del suo attacco, aveva Paulo Dybala. L’argentino, al centro di discussioni tattiche e di mercato, non ha cominciato al meglio la sua stagione (appena 24’ in campo), ma il tecnico che lo ha lanciato nel calcio che conta ha pochi dubbi su che giocatore sia la Joya.

Sveliamo subito l’arcano. Dybala è un centravanti, un esterno od un trequartista?
“Paulo può ricoprire tutti i ruoli d’attacco, ma Maurizio lo conosce bene, ci ha giocato contro e conosce le sue caratteristiche. Paulo a mio avviso, nel suo sviluppo e nella sua crescita, è un attaccante. Più vicino alla porta sta e più sono problemi per i difensori avversari. Io lo facevo giocare centravanti, perché è un ragazzo che non da punti di riferimento, ti crea superiorità numerica, crea imprevedibilità, facilita gli inserimenti dei compagni. Può anche giocare in altri ruoli, lo ha dimostrato, ma è chiaro che lui è un centravanti con caratteristiche diverse. Non è un attaccante di struttura, ma è comunque un giocatore formidabile”

Il suo lavoro da punta agevola più gli esterni del tridente o alle due mezzali che s’inseriscono?
“Prima di tutto, serve a se stesso. Più vicino alla porta lo tieni, più è pericoloso. Poi nello stesso tempo ha questo svariare che crea gli spassi per l’inserimento dei compagni, che siano gli esterni o gli interni di centrocampo. A Palermo ha fatto tanti gol lui, ma ne facevano tanti i compagni: le mezzali finivano a 7-10 gol il campionato. Se Parliamo di Dybala parliamo di un giocatore molto forte”

Quel tocco da fuoriclasse, quindi, ce l’aveva già al Palermo?
“E certo, se l’ho fatto giocare te che dici? Sennò non lo facevo giocare, non ti preoccupare. Era reduce da una stagione disgraziata, aveva 18 anni e si era fatto una retrocessione. Poi con me ha giocato. Il suo naturale sviluppo, comunque, è da attaccante che sta là davanti alla porta, anche se può ricoprire tutti i ruoli d’attacco, da prima punta può essere letale”

Da punta centrale o anche in coppia?
“Anche in coppia, perché con me giocava anche così. Lui può fare tutt’e due le cose. E pericoloso, sa creare superiorità numerica, fare gol, imbucare per i compagni. È un attaccante importante, a cui ha messo anche esperienza, perché è cresciuto. Poi guarda, Maurizio lo conosce bene, lo sta allenando, poi parliamo comunque della Juventus che ha altri attaccanti forti. Ci sta che in un inizio di campionato, in cui Paulo è anche arrivato dopo dalla Nazionale, possa giocare meno. Sono cose normali in una grande squadra, ora inizialmente si starà facendo in modo che tutti raggiungano una stessa condizione e consapevolezza nei movimenti. Che Dybala sia un grande attaccante c’è poco da parlare. E ha fatto bene a tenerlo la Juventus perché perdere un giocatore così, insomma…”

Dal punto di vista mentale, invece, può patire la panchina?
“Paulo è un giocatore forte di testa, uno adulto già nella testa. Capisce che nella Juvenbtus non ci sono titolari e riserve, ma un gruppo di giocatori importante. Ha due squadre che possono competere per lo scudetto. È solo questione di tempo e di allenamenti da mettere sulle gambe, poi con tre competizioni lo spazio si crea. Ed è normale che Sarri, da nuovo arrivato, dia continuità allo stesso gruppo, perché nel frattempo lavora sugli altri che stanno dietro per fargli accrescere le conoscenze. Non fare esperimenti? Dybala non è un esperimento, è una certezza, ma ci sta che Higuain abbia avuto più tempo per allenarsi con la squadra e conosca di più quello che vuole Sarri. Ma con il tempo e con gli allenamenti ci saranno opportunità per tutti”

Mi sfata il falso mito che non possa giocare con Ronaldo?
“Sono stupidaggini di chi non capisce niente di calcio. Averceli, sottolineo, averceli tutti e due. Fortunata la Juve e Maurizio che può allenarli. Sono chiacchiere da bar, perché due campioni così non possono non giocare insieme, con quella qualità e quell’intuito. Il problema, che è più un merito, della Juventus è di avere una rosa di campioni con tanti giocatori e tutti titolari. Ha due squadre che possono competere per lo scudetto. Per questo è normale che siano dietro queste chiacchiere, ma sono sempre chiacchiere da bar. Poi la stagione è lunga, tra tre mesi uno sarà più in forma dell’altro e ci saranno cambiamenti che si vedono, però, sul momento”

Meglio averceli che no, quindi?
“Ma che stiamo scherzando? Vallo a dire a chi non ce li ha...”