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Una lunga lettera, un appello al Napoli che arriva direttamente dai tifosi: "Le Società di calcio hanno la peculiarità di essere sostanzialmente animate dalla passione. (...) È la passione dei tifosi che sovvenziona le televisioni; è la passione che induce i tifosi ad acquistare i biglietti per lo stadio; è sempre la passione che ispira gli acquisti della maglietta, della tuta e dei prodotti di merchandising in genere. (...) Gli avvenimenti degli ultimi giorni che hanno coinvolto la SSC Napoli (...) hanno sì danneggiato la Società Calcio Napoli, ma indirettamente i tifosi del Napoli. (...) Di tale danno e di tale violenza ad oggi nessuno ha parlato. (...) Andrebbe costituita una nuova voce di danno ad hoc: il danno da passione violentata. (...) Per un danno di tale portata esiste una sola forma di risarcimento che ha un nome ben preciso: la vittoria. La vera vittoria, si badi bene, nell’immediato, non è la partita in programma, ma è la solerte conclusione di una situazione delicata per quale non esistono torti o ragioni poiché tutti hanno ragione e tutti hanno torto. È proficuo e coraggioso pensare a ripristinare “il danno alla passione dei tifosi”. Tale risarcimento lo meritiamo, lo esigiamo, lo vogliamo e lo chiediamo a voce alta perché lo abbiamo conquistato con la passione da sempre mostrata. Ed è per questa passione e per il danno che ad essa è stato arrecato che è legittimo chiedere (a tutti i dipendenti del Calcio Napoli, ndr) di deporre le armi, di fare un passo indietro, di porre una pietra tombale su quanto accaduto e di ricompattare l’ambiente! Questa è la vera grande vittoria e noi tifosi, solo in tale evenienza, potremo dire di essere stati realmente risarciti per la violentata passione...".