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Dzeko sarebbe perfetto, dicevo, ma Suarez pure. Non dobbiamo insistere troppo con le diverse interpretazioni del ruolo, sono due grandi giocatori, ed entrambi, ognuno secondo le proprie caratteristiche, farebbero bene alla Juventus, bene con CR7. Perché se Dzeko è “divino”, così lo definì una volta Spalletti in conferenza stampa, Suarez è Suarez, uno dei centravanti più forti del decennio appena trascorso.
 
GIOCARE NEL BARÇA – Giocare nel Barça, per una prima punta, significa essere il riferimento avanzato di un sistema molto fluido. Il 9 dei blaugrana perciò gioca un calcio di interscambi continui, rotazioni, movimenti che assecondano non solo l’estro del numero dieci argentino, ma anche uno stile collettivo ben marcato. Più che fornire un riferimento rigido e pesante ai compagni, Suarez deve innanzitutto condividerne i principi. Se per compensazione deve defilarsi a sinistra, l’uruguagio non ha problemi a farlo momentaneamente, salvo poi riprendersi il centro dell’attacco l’azione dopo. Non per questo però Suarez è meno centravanti di Dzeko. Suarez a me sembra solo più flessibile. Un campione di adattabilità innanzitutto. Ha fatto meraviglie con un esterno puro a sinistra come Neymar in passato, quest’anno invece ha saputo compensare l’atipicità di Griezmann nel tridente. Eccone un esempio contro l’Eibar.  



La sua corsa è intelligentissima. Lungo il filo del fuorigioco suggerisce un’idea ai compagni di reparto. Pensano in tre la stessa cosa ruotando attorno a un perno centrale immaginario.



Toccherà a Messi attaccare lo spazio liberato dal movimento di Suarez, e l’uruguagio nel prosieguo dell’azione farà gol in un due contro uno col portiere avversario.  



DENTRO L’AREA - Con ciò, tuttavia, Suarez non dimentica il mestiere dentro l’area. Rimane un killer sottoporta, con lo stesso fiuto per gli spazi utili. Strepitosa, quest’anno, contro il Siviglia, la rovesciata realizzata tra l’altro col piede debole (dunque un capolavoro di coordinazione), ma anche lo smarcamento avvenuto poco prima, da solo contro tutti i difensori avversari.



In questo preciso istante si vede bene la testa di Suarez che, girandosi verso destra, scova uno spazio utile sul secondo palo. La mancata diagonale del terzino Reguilón verrà pagata a caro prezzo dal Siviglia.  



Ed ecco il Pistolero mentre taglia la strada al proprio marcatore Carriço. Con questo cambio di direzione guadagna in un sol colpo spazio, tempo e un miglior angolo di tiro. È tattica individuale, questa, competenza da bomber.  
 


Che in certi casi è un presupposto indispensabile per realizzare capolavori come questo.



ATTACCO PROFONDITÀ – Ma Suarez alla Juve risolverebbe anche un altro problema manifestatosi durante la scorsa stagione: l’attacco alla profondità da parte degli attaccanti. Sia a campo aperto come abbiamo visto sopra nella prima sequenza (contro l’Eibar), sia nell’ultimo terzo di campo, Suarez può dire la sua. Magnifico l’inserimento e la conclusione in controtempo contro il Valladolid, su filtrante spettacolare di Messi. Dybala e lo stesso Kulusevski potrebbero svolgere una funzione simile a quella del fenomeno del Barça, fornendo a Luis una marea di assist.     



OTTIMO SOLTANTO PER DYBALA? - Per alcuni Suarez sarebbe ottimo per Dybala, un po’ meno per CR7. Questo perché siamo abituati a vedere giocare il Barça e ci vengono in mente tutte quelle sponde e spondine palla a terra del centravanti per Messi.  



Tipo questa decisiva contro l’Atletico. Ed è chiaro che tra CR7 e Dybala, è Dybala che ricercherebbe maggiormente questo genere di associazioni (sponde, triangolazioni nello stretto ecc..).



Qualora le richieste arrivassero tuttavia anche dall’altro lato, cioè dalla parte di Ronaldo, Suarez non mancherebbe certo di rispondere. Vedere il gol di Ansu Fati in Champions contro l’Inter, nato per l’appunto da una combinazione al limite con l’uruguagio (riferimento centrale, spalle alla porta).  



Ronaldo non si deve preoccupare, Suarez oltre ad essere un grande finalizzatore si è sempre contraddistinto per il gran numero di assist sfornati ogni anno. Ha due denti così, morde, è cattivo come pochi, ma certe giocate che inventa sono di una raffinatezza tale che neanche un dieci saprebbe concepirle, figuriamoci realizzarle. In certe stagioni ha superato persino le 20 assistenze.
 
L’AMICO GENIALE- Il vero problema è un altro, forse: essere un grande amico di Messi, in campo e fuori. Cosa può voler dire per Suarez passare dalla leadership tecnica di Leo a quella di Cristiano? Al di là dei movimenti, intendo. Soffrirebbe l’individualismo spiccato di CR7? Certamente gli verrebbe da fare paragoni, ricordando gol come questi.
 


Messi calcia una punizione dal limite contro il Celta Vigo. Stadio Balaídos, ancora sullo zero a zero. Da lì il fenomeno argentino può calciare in porta come vuole, mirare un incrocio o l’altro indifferentemente. Però vede due avversari sulla linea di porta oltre al portiere, e il suo compagno di merende libero sullo spigolo dell’area piccola. Allora ragiona come fosse una punizione nel futsal, si inventa una magia d’altruismo. Come quella volta che calciarono sempre loro due (e sempre contro il Celta Vigo, stagione 15/16) il rigore di seconda. Qui è lo stesso concetto: anziché calciare direttamente in porta, Messi la mette morbida sulla testa di Suarez spiazzando tutti, e a Luis non resta che segnare e ringraziare l’amico geniale. Proverà nostalgia di queste cose, Suarez, passando da un fenomeno all’altro?