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C'erano domande che erano rimaste in sospeso per troppo tempo. Si percepiva nell'aria, dopo le prime due uscite di campionato della Juventus. Il vuoto lasciato da Maurizio Sarri si è fatto sentire, forse più fuori che dentro le mura della Continassa: la chiusura del mercato, senza la possibilità di sentire l'opinione del tecnico, ha creato un accumulo di domande che oggi, che Sarri è tornato, sono state sparate a raffica. E Sarri è stato al gioco, felice di essere di nuovo in panchina e, perché no, vista la sua inclinazione dialettica, anche in sala stampa. A domanda è arrivata una risposta, facendo così parziale chiarezza su alcune losche situazioni che l'estate ha fatto montare: tra le tante, anche la conferma di Gonzalo Higuain aveva bisogno di essere sciolta. 

SENZA SCONTI - "​Higuain uomo di fiducia? Non la metterei così: non lo mettevo in campo per rapporto personale, al Chelsea non giocava e c'era Giroud" ha detto Sarri, mettendo a tacere chi ha sempre creduto che facesse figli e figliastri, quando si toccavano i suoi pupilli. Ed il Pipa, un pupillo lo è per davvero: questo però non ha impedito al tecnico di mettere una certa distanza professionale. Anzi, il rapporto che li lega è servito - effetto boomerang - più ad Higuain stesso: dopo un'annata buia, quale squadra è meglio della Juventus, con Sarri accanto, per rilanciarsi. Ecco, sì, c'è del tenero tra i due, ma quel tenero che motiva, non che privilegia. 

SUDORE -  "Ha giocato perché ho visto cose importanti, ricordi di due o tre anni fa. Ha fatto bene. Non c'era niente di personale nella scelta" ha ribadito ancora Sarri, avvalorando la nostra tesi. Higuain non si è mai messo in discussione dal punto di vista del mercato, consapevole quasi, che se avesse dimostrato di essere Higuain non avrebbe avuto rivali. Non certo perché è simpatico, ma sostanzialmente perché è forte. Ed il talento, come lo stesso Pipa ha fatto vedere negli anni, è quello che differenzia i buoni giocatori dai campioni. Contro il Napoli, anche se Sarri non era lì a pochi passi da lui, Higuain ha fatto vedere cosa voglia dire "ricordi di due o tre anni fa". Ha fatto vedere, ancor più, che dietro le logiche dei bilanci, degli stipendi, dei rumors, il calcio è ancora fatto di professionisti: che si vogliono anche bene, per carità, ma che, soprattutto, comprendono il valore del proprio mestiere.