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Giorni ad accumulare indizi, poi arriva un gol e cambia la storia. Che meraviglioso mondo, quello del calcio giocato. Che col mercato spesso si scontra, che altrettanto spesso però sa accompagnarsi. Il sorriso più largo di tutti, nonostante il risultato finale, dalle parti di Singapore ce l'ha Gonzalo Higuain. Andato in gol con una disinvoltura spaziale, con un destro liberato dal fraseggio stretto e dall'astuzia da puro centravanti che si ritrova. Sarrista vero, l'argentino. E al momento uno dei pochi a disposizione della Signora. Peccato per quel futuro probabilmente già scritto. 

RUOLO IMPORTANTE - Sì, perché la storia di Higuain con la Juve non cambia. Almeno in apparenza. Nelle intenzioni bianconere resta la volontà di vederlo lontano da Torino, principalmente per una questione economica e di sgravi d'ingaggio. Eppure, Gonzalo si è messo a disposizione: è rientrato più o meno in forma, sta partecipando con abnegazione estrema agli allenamenti. E poi aiuta: i compagni a capire Sarri, lo staff a introdursi nel mondo Juventus. Figura di passaggio da una filosofia all'altra, perciò preziosa. Se inizia pure a segnare, la sua cessione per Paratici sarà una bella gatta da pelare. Pure mediaticamente. 

FACCIA A FASCIA - Chissà allora che quella fascia di capitano, ereditata all'uscita di Leonardo Bonucci, non sia stato anche un premio per il suo attaccamento sincero a questi colori. In qualche modo gli ha ridato una dimensione juventina, seppur in maniera simbolica. I rapporti tra il Pipita e la società restano ottimi, distesi e cordiali. La Juve sa bene che un giocatore come Gonzalo non va forzato all'uscita, ma va accompagnato con delicatezza verso un'altra prospettiva (che conta più della prossima squadra). Verosimilmente, in quei dieci minuti di colloquio tra Higuain, Paratici e Nedved, un po' di piani per il futuro sono stati fatti. E se la porta per la permanenza sembrava sigillata, adesso il Pipa ha capito come forzarla davvero. Tempo al tempo. Magari, ecco, al prossimo gol...