commenta
È sempre più difficile affrontare la Juventus di Sarri. Non solo per la questione dei due moduli alternativi, quello con (il 4-3-3) e quello senza (4-3-1-2) Douglas Costa, ma anche perché dentro al secondo sistema, come in una specie di matriosca delle meraviglie, si trovano diverse e ulteriori possibilità offensive, tutte difficilmente prevedibili dagli avversari. Il ballottaggio-staffetta tra Higuain e Dybala a cui assisteremo spesso da qui in avanti, sarà senza dubbio la questione da risolvere più urgente per le difese nemiche. È come se dovessero preparare contemporaneamente due partite differenti, quasi opposte. In più c’è sempre Ronaldo dall’altra parte del fronte d’attacco, l’incubo perenne. Oggi proviamo a concentrarci sulla parte variabile del reparto avanzato bianconero: come cambia la Juve con Dybala e come col Pipita al fianco dell’alieno.    
 
UN TAGLIO DA MANCINO – È inevitabile per me dopo Inter-Juve iniziare da una banalità: Dybala è mancino e Higuain è destro. Calma però, voglio arrivare a una faccenda un pelino più raffinata, datemi un secondo. L’azione del primo gol al Meazza può darci una mano in questo senso. Tra CR7 e la Joya si stanno aprendo nuovi orizzonti di complementarietà. Li vedete i tre quinti della retroguardia di Conte attratti dalla zona-palla?



CR7 è a terra, dopo essere stato aggredito a centrocampo. De Vrij aveva seguito il fenomeno, Godin stava accorciando, mentre D’Ambrosio manteneva la posizione sulla destra. Il pallone finisce tuttavia a Pjanic, che lo controlla, alza la testa e vede il taglio intelligente di Dybala. Normale ci sia una specie di attrazione gravitazionale attorno a Ronaldo. Normale non farlo girare, se possibile. Il rischio però è quello di lasciare spazi alle proprie spalle, sul centro-sinistra del fronte d’attacco. Questo taglio che fa Dybala avrebbe dovuto e potuto farlo benissimo anche il Pipita, ma c’è una differenza sostanziale: Higuain sarebbe arrivato sul pallone col piede debole, e mai e poi mai avrebbe tentato un tiro così ambizioso come è stato quello sfoderato da Dybala, tra le gambe del Signor Skriniar. E questa di Dybala che partendo da punta a destra del 4-3-1-2 arriva a calciare di mancino in area dopo un taglio in diagonale è senz’altro un’arma sua propria e ben specifica della Juve senza Pipita. Un modo, tra l’altro, per disincentivare l’eccessiva aggressività degli avversari su CR7 stesso, scoraggiandoli con una contromossa.    
 
SVUOTAMENTI E SPAZI DI MEZZO – Al di là di questo aspetto puntuale, tutto sta poi nell’interpretazione personale del ruolo. Higuain tende a restare centravanti, dunque raramente potremmo trovarcelo in questa posizione assunta sotto da Dybala, ovvero in un corridoio di mezzo fra l’asse centrale del campo e la fascia. Vedete che così si svuota la postazione di partenza del centravanti?  



I tre centrali nerazzurri sembrano addirittura inoperosi. In compenso se Skriniar (come in questo caso) non esce forte su Dybala, la Juve avanza col palleggio ragionato e si assesta nella metà campo avversaria. Dietro l’Inter sarà pure ben piazzata, però sta salendo la marea..   
 
JOYA DAPPERTUTTO – La Joya con Sarri è completamente rinata perché si diverte ad andare a toccare tutti i palloni che trova tra un interstizio e l’altro del gioco. Quegli spazi e spazietti lasciati involontariamente e necessariamente dalla struttura in movimento della squadra rivale. Difficilmente il Pipita scenderebbe a palleggiare fin qui (vedi l’immagine sotto). Difficilmente si divertirebbe come fa Dybala ad andare a creare superiorità numeriche vanitose, per il puro gusto del fraseggio.     



Dybala lo sa fare per natura, ed è questo che arrapa Sarri. La Joya non ha problemi a finire sulla linea del fallo laterale all’altezza della metà campo, se questo vuol dire fraseggiare e toccare un pallone in più. Anche se non viene servito, come qui sotto, conta la possibilità reale, quella che spesso mancava nel gioco di Allegri, al quale poco piacevano i ricami e i merletti. D’accordo, qui non viene servito, ma Dybala attira Skriniar lontano dai tre centrali, consentendo così a Cuadrado di pescare Khedira solo tra le linee.  



MULINELLI E INTERSCAMBI COL TREQUARTISTA – C’è poi un altro elemento da rimarcare. Il dinamismo di Dybala, nel 4-3-1-2, ben si sposa col dinamismo complementare del trequartista, sia questi Bernardeschi o (ancor meglio) Ramsey. Contro il Brescia è stato un continuo scambiarsi di posizione tra il gallese e l’argentino, ma è successo anche tra Fede e la Joya durante il Derby d’Italia. Si vedevano anche dei ‘mulinelli’, un tipo di sincronismo che non ritroviamo così di frequente quando gioca il Pipita al posto di Dybala.   



Il numero dieci attacca l’area alle spalle di Skriniar mentre Bernardeschi è in possesso del pallone, poi anziché insistere converte il taglio in una curva, girando dietro al difensore slovacco. Nel frattempo Fede scarica su Pjanic e si leva dal posto che occupava fin lì col pallone tra i piedi, buttandosi in area. Ecco il mulinello.



La conseguenza che ne deriva è un interscambio posizionale, buono da una parte (con Bernardeschi) per attaccare a sorpresa l’area dopo aver ‘mosso’ la difesa avversaria, dall’altra per continuare a mantenere vivo il palleggio fronte all’area (Dybala accanto e in appoggio a Cuadrado, che ha appena ricevuto il pallone da Pjanic).  



IL PIPITA RESTA UN CENTRAVANTI – Come dicevamo, il Pipita anche nel 4-3-1-2 tende a restare centravanti, sebbene sia uno dei migliori centravanti di manovra in circolazione. Aiuta sempre a giocare il pallone, ma lo fa in un raggio più limitato rispetto a Dybala. Non si sposta volentieri dall’asse centrale. Opera tendenzialmente lì, sfruttando molto il suo gioco di sponde.



LUNGO LA LINEA – Inoltre rispetto a Dybala lavora molto di più lungo la linea del fuorigioco. È più attratto dalla porta che dal pallone (forse sotto Dybala si sarebbe mostrato al bosniaco nello spazio di mezzo). Perciò quando Pjanic alza la testa il Pipita può anche sfilarsi dal centro per trovare il punto debole delle difese avversarie: eccone trovato uno, tra Bastoni e Asamoah. Basta che il passaggio di consegne tra due membri dello stesso reparto non avvenga perfettamente, che lui è lì, pronto a punire. Ma stavolta Pjanic non lo vede.  



I DUE MOVIMENTI DEL PIPITA PRIMA DEL GOL – Come potrei concludere il discorso senza citare la splendida azione del 2-1? Proprio in questa occasione Higuain ha messo in mostra il suo repertorio invidiabile di smarcamenti. Se ci avete fatto caso, prima di calciare in porta il Pipita ha eseguito due movimenti, marginali rispetto al pallone ma necessari, il secondo dei quali risulta quasi impercettibile. Prima ha attaccato la profondità portandosi con sé in area Bastoni. E questo mentre Ronaldo andava incontro al passaggio di Pjanic attirando De Vrij.



Poi, ignorato (da Pjanic) e neutralizzato (da Bastoni) il suo attacco alla profondità, il Pipita non è rimasto a lungo inattivo e spalle alla porta.



Sul tocco di Ronaldo si è sfilato un’altra volta dal fianco di Bastoni aprendo, suggerendo di fatto il corridoio al passaggio di Bentancur. Ed è da come si muove nello stretto, è su un fazzoletto che si giudica un giocatore.