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La partita di mercoledì alle 18.55 contro la Lokomotiv sarà decisiva per proseguire il ruolino di marcia che, tra campionato e coppa, ha reso la Juventus l'unica squadra imbattuta nei massimi campionati europei. Statistiche che pesano, specialmente se si guarda a chi, nelle ultime uscite, ha dato la sensazione di essere quasi imprescindibile. Qualcuno aveva provato a mettergli le valigie in mano, da Roma specialmente, gli avrebbero pure pagato il biglietto aereo, ma Gonzalo Higuain è ancora lì, col 21 e non con il 9, ma che quando non c'è, manca. Figurarsi a farne senza, come per poco non si è rischiato. 

DERBY - La partita con il Torino, in ultima, ha lasciato interdetti per quanto questa Juventus assuma tutt'altra fisionomia quando gioca il Pipita. Un riferimento, ma non per forza fisso; anzi. Higuain ha dimostrato che, se in forma fisica come sta tornando, sa essere una prima punta completamente diversa dall'idea che i suoi tanti gol fatti possa lasciare. C'è, fa a sportellate quando serve, occupa l'area, ma non si risparmia quando c'è da dare aria al gioco, quando bisogna uscire dalla posizione naturale di un centravanti per toccare qualche salvifico pallone dentro al campo. 

SARRI - Il rapporto che li lega sembrava essersi incrinato, dopo il semestre da bocciatura insieme al Chelsea. Il problema di Higuain però, non è stato Sarri, quanto Higuain stesso. Demotivato, appassito, il Pipa ha patito più di quanto non sembrasse di essere stato scartato dalla Juventus per fare spazio a Ronaldo. Così, ora che ne ha avuto la possibilità, sta dimostrando che dodici mesi fa abbondanti c'era stato un grande fraintendimento. Non solo  può giocare con Ronaldo, ma soprattutto per Ronaldo, sobbarcandosi parte delle responsabilità di leader tecnico dell'attacco proprio quando il portoghese non brilla. Complementari, loro, indispensabile lui. Higuain ci ha visto lungo.