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A poche ore dalla chiusura definitiva della sessione estiva di mercato, l’impressione sempre più forte è che, alla fine, non partirà più nessuno. Alla Juventus si sta troppo bene, si guadagna tanto, si vince e, quindi, perché andarsene? Il problema è tutto lì: Paratici può anche sbattersi per cercare di piazzare gli esuberi e fare cassa per provare ad acquistare qualcun’ altro, ma se i giocatori in vendita non si schiodano manco con le cannonate, hai voglia a darti da fare!  Magari qualcosa l’ha sbagliata pure lui, ma di sicuro i calciatori non gli hanno di certo dato una mano, anzi.

A cominciare da Higuain, corteggiato inutilmente dalla Roma e che a tutte le proposte di ingaggio e – soprattutto – rassicurazioni sull’utilizzo in squadra si è sentita rispondere sempre e solo di no. Da lui, dal fratello, dal padre. “In Italia giocherà solo nella Juve” hanno ripetuto in coro, e siccome dall’estero non è arrivata nessuna richiesta interessante, Gonzalo è rimasto dov’è. Convinto di potersi giocare le proprie carte col suo allenatore preferito, il buon Maurizio Sarri. Il quale fin dall’inizio ha dichiarato, a sua volta, che si sarebbe attenuto alla volontà della società. “Gli voglio bene, ma dipende anche da lui” nel senso che, se fosse restato, avrebbe dovuto poi dare il meglio di sé. 

Higuain è rimasto, ma siamo certi che tornerà ad essere quello del Napoli, o anche solo della sua prima stagione alla Juve (la 2016/17)? I numeri dei suoi ultimi 2 anni lo descrivono come un attaccante in fase calante. Anche nelle prime amichevoli estive, a parte la gara col Tottenham ad Hong Kong, e alla prima di campionato a Parma, lo abbiamo visto animato da una gran voglia di sbattersi, però un altro giocatore rispetto all’implacabile cecchino di una volta. È grande e grosso, ha perso in esplosività, e soprattutto non tira più in porta. A Parma una sola conclusione, deviata in angolo da un difensore ducale. La stampa sportiva lo ha lodato per l’impegno e la disponibilità nel mettersi al servizio di Ronaldo, con sponde e movimenti, però – sinceramente – da un attaccante che fino all’altroieri è stato sempre inserito tra i top centravanti mondiali, si pretende decisamente di più. Gli si chiede soprattutto una cosa: fare gol. Altrimenti per aprire varchi in area e fare sponde mi tenevo Zaza, e non uno che costa 7.5mln di euro l’anno.  Non entro nel merito delle valutazioni altrui, però personalmente a me l’Higuain del Tardini non ha per niente entusiasmato e non l’ho ritenuto meritevole di sufficienza. E penso che adesso, dopo essersi impuntato per restare, anche la società si aspetta parecchio di più da lui. A cominciare dalla gara col Napoli, dovesse giocare titolare torni a far infuriare De Laurentiis e imbestialire i tifosi partenopei con un gol.

Così come alla Continassa si augurano che anche Dybala, dopo aver rifiutato Manchester United e Tottenham, dia il meglio di sé quando verrà chiamato a fornire il proprio contributo in campo. Smetta di avere il broncio e di fare l’offeso se l’allenatore deciderà di tenerlo in panchina o di sostituirlo durante la gara, tiri fuori piuttosto gli attributi, perché è arrivata l’ora. Vantarsi di aver fatto un gol spettacolare nell’amichevole pre-campionato con la Triestina, compagine di Lega Pro, non è sufficiente per pretendere di giocare titolare (tra l’altro, nella medesima partita aveva pure fallito un rigore, una brutta abitudine dell’argentino).  La speranza è che Sarri restituisca alla Juventus il Dybala delle sue prime due stagioni in bianconero, ma occorre pure l’impegno massimo da parte del giocatore, che ha preteso di restare a Torino dove gode di una altissima considerazione da parte della tifoseria. Un po’ meno da parte dei club europei, che non hanno fatto scattare nessuna asta per prenderlo. Pure il recente interesse da parte del PSG pare abbastanza flebile. In Italia l’Inter lo scambierebbe (alla pari) con Icardi e altri club se lo prenderebbero volentieri, ma non alle cifre richieste dalla Juventus, che adesso spera in una stagione di riscatto da parte del suo numero 10 in modo da non doverlo svendere la prossima estate. Pure per lui, vale la stessa richiesta: dovesse giocare sabato sera, provi a fare gol al Napoli.

E impegno massimo viene preteso pure da Mandzukic e Matuidi, pure loro refrattari a qualsiasi ipotesi di cessione. Vero che Mario, in tutti questi annate in bianconero, ha dato il sangue e gli va riconosciuto, ma dovrebbe rendersi conto pure lui di essere giunto quasi al capolinea (nelle gare pre-campionato è stato il peggiore) anziché imputarsi per restare, sapendo che – insieme a Blaise – non verrà inserito nemmeno nella lista Champions. Il rischio reale è che adesso entrambi, per ripicca, tirino il freno, non si impegnino. No good. La scorsa stagione, proprio nella gara d’andata al Jstadium, il croato fu mattatore con una doppietta. Non devono restare bei ricordi.