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Perde l’Italia, non la Juventus. Il messaggio deve essere chiaro a tutti, nella serata più disastrosa che il nostro calcio abbia mai affrontato. Il disastro contro la Svezia - che poi ha radici ben più lontane del gol fortunoso di Johansson che ha di fatto condannato la nostra Nazionale nella partita di andata - è quello dei giocatori, di Ventura, di Tavecchio, della Figc, del movimento calcistico in generale. Ma non parlate di Juventus, per carità.

SCONFITTI - “Questa sera ha perso anche Massimiliano Allegri”, sentenzia Marco Civoli dagli studi di Rai Sport, mentre Walter Zenga punta inspiegabilmente il dito su un Bernardeschi che “nell’anno del Mondiale, sarebbe dovuto restare alla Fiorentina”. Squadra che vince non si cambia, insomma: soprattutto come bersaglio. Sì, perché la Juve nel frattempo continua a vincere. Lo “sconfitto” Max Allegri, mentre si scrive, sta lavorando a Vinovo per rincorrere il quarto scudetto consecutivo della propria gestione bianconera. Così come Bernardeschi, 13 presenze in Nazionale e appena un quarto d’ora in campo a San Siro, correrà ancora e ancora al fianco di campioni per crescere e raggiungere i primi trofei della carriera (quanti possono sperare nello stesso destino?). No, dopo ieri sera, di Juventus non possiamo proprio parlare.

L'UNICA - Anzi, se proprio vogliamo parlarne, iniziamo con le scuse. Perché quel calcio, che con la Juve in Serie B sembrava tanto migliorato agli occhi dei paladini della giustizia, ha raggiunto definitivamente il fondo. Numeri alla mano, dopo la Coppa alzata al cielo di Berlino nell’anno di Calciopoli, gli Azzurri non hanno mai superato la fase a gironi di un Mondiale. Eliminati al primo turno nel 2010 e nel 2014, neanche qualificati a quello del 2018. Questa è la rivoluzione? Questo è il miglioramento raggiunto unicamente tramite la condanna della Juve? Complimenti. Ma non ringraziate il club di Andrea Agnelli, se il nostro campionato potrà contare di nuovo su quattro squadre in Champions League a partire dalla prossima stagione. Non ringraziatelo, per aver portato in alto la bandiera italiana con due finali di Champions League in tre anni, quando tutti gli altri arrancavano. La verità è che la Juve rimane l’unica vincente, in questo calcio di perdenti.


@mcarapex