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Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato in esclusiva al Corriere dello Sport. Ecco alcuni estratti.

STADI CHIUSI - "Il motivo? Non so se è pregiudizio. Ma certamente qualcuno fa fatica a comprendere quale rigore, quale qualità, quale responsabilità il calcio è in grado di mettere in gioco. Ci è stato detto che bisognava aspettare la riapertura delle scuole, adesso spero che i riscontri positivi ci consentano di parlare di riaprire gli spalti. Certo, mi dispiace che ancora una volta l'Italia vada a rimorchio di esempi chearrivano da altri paesi, come la Germania. Conte manterrà le promesse? Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c'è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale. 30% dei tifosi? La partita Siviglia-Bayern del 24 settembre a Budapest sarà un test per l'Uefa e per noi. Ci atterremo agli esiti. Abbiamo strutture, procedure, metodologie di controllo che ci hanno già dato risultati eccellenti nel finale di stagione, a differenza di altri sistemi sociali che hanno denunciato ben più gravi criticità. Si dovrà tenerne conto". 

PLAYOFF - "A me pare che le gare internazionali stiano crescendo di anno in anno. Noi invece non riusciamo a cambiare al nostro interno. Si teme che i playoff penalizzino le società abituate a vincere e che investono di più. Non è così? No, se costruisci un campionato che affascina ogni giorno. Il nostro rischia di perdere pubblico se in alcune fasi non è più decisivo per squadre che hanno già acquisito un risultato di retrocessione o di salvezza, o di piazzamento. E a quel punto non vale più chi vince o chi perde. Ma uno sport dove non si vince e non si perde non ha senso. Il modello? Unc ampionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo".