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Una perla rimasta negli occhi, che è solo la ciliegina sulla torta di un pomeriggio quasi perfetto. Quasi, perché Sarri chiede ancora di più. Ma la crescita è netta ed evidente, perché in pochi mesi molto è cambiato. Posizione, tocchi e movimenti. Miralem Pjanic è sempre più al centro della Juve - lo era anche in passato, certamente - ma ora da regista della squadra è passato ad esserne il faro, illuminante. 

POSIZIONE - E alle domande di chi vuole saperne di più, risponde: "150 tocchi? E' una cosa che il mister ha chiesto quando sono arrivato. Più i giorni passano e più capisco quello che chiede il mister. Tante cose sono cambiate ma vedo la squadra in continua progressione. Non può essere tutto perfetto dopo un mese, ci sono cose da migliorare ma più il tempo passa e più si vedrà quello che chiede il mister. Mi cercano di più perché è una richiesta del mister. Se toccherò 150 palloni a partita lo vedremo, altrimenti se la squadra giocherà bene andrà bene così". 

VERTICALIZZAZIONE - Tutto da perfezionare, ancora per un po', ma il gioco ha già cambiato dimensione: da orizzontale a verticale. Perché? Ecco la soluzione: "Cerco verticalizzazioni perché ho tanti giocatori che giocano davanti e me si muovono bene tra le linee".

HEATMAP - L'ultimo punto della trasformazione tocca un altro argomento: la corsa, per gestire il pallone. La sua heatmap nell'ultima gara - quella dei 129 tocchi contro il Brescia - parla chiaro: Pjanic è un regista che copre l'intera larghezza del campo, partendo con un baricentro alto e giocando su una profondità di 30 metri circa. Gestione, visione e spazi: condizioni fondamentali per andare in verticale e innescare i compagni al meglio. E se poi ci si aggiunge qualche gol...