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Largo ai giovani. Questa la parola d'ordine pronunciata da Andrea Agnelli nell'ottobre scorso, quando decise di lasciar scadere il ruolo di Marotta per avviare la sua rivoluzione. Spazio ai giovani, con qualità, freschezza e idee nuove. Lui a capo, poi Nedved, Paratici, Re e Ricci: tutti insieme per la nuova era della Juve. Ma non era finita qui. Sì, perché a meno di un anno di distanza da quella decisione molto sta cambiando e cambierà.

GLI 'JUVENTINI' - Decisione sull'allenatore a parte, questione che dovrebbe risolversi ufficialmente nelle prossime ore, la rivoluzione di Agnelli è partita e sta per conoscere una seconda fase: quella degli juventini. Due Campioni del calcio giocato, che da poco o pochissimo hanno smesso di calcare l'erba dei prati di Serie A, America ed Europa e sono pronti a mettersi dietro una scrivania. Almeno in senso figurato. 

LA VECCHIA GUARDIA - Il primo, Andrea Pirlo, è il prescelto di Agnelli per la crescita dei giovani talenti del futuro, tanto che il Presidente gli ha già proposto un ruolo da allenatore della Primavera o dell'Under 23. Il secondo, Andrea Barzagli, è pronto ad entrare nello staff del nuovo allenatore bianconero per curare alcuni aspetti tecnici, tra cui la difesa, naturalmente. Esperienze per un nuovo florido futuro, ma soprattutto per consegnare la Juventus nelle mani di chi ha contribuito veramente a riportarla in cima alle classifiche. Una questione di qualità, ma anche di giovani con un peso specifico importante e con l'esperienza da "vecchia guardia". Il secondo capitolo di una rivoluzione che non ha intenzione di arrestarsi e che vedrà nuove pagine. Chi sarà il prossimo? Buffon? Chiellini? Nomi forti per continuare a vincere, così Agnelli ha scelto la sua Juve e la sua rivoluzione.