commenta
Massimo Giletti, noto tifoso bianconero, ha parlato del nono scudetto della Juve in un'intervista alla Gazzetta dello Sport.

Perché questo scudetto della Juve è zoppo? 
«Ci sono state polemiche e critiche, come se mancasse qualcosa o come se la Juve dovesse ambire a una perfezione assoluta. Ma è una cosa difficile. E’ un danno per Sarri che l’opinione pubblica si attendesse automatismi di gioco come a Napoli. Nella Juve ci sono tanti campioni: difficile creare una manovra articolata. Mi spiace definire zoppo questo scudetto, ma mi sembra inevitabile».

Quali sono stati i problemi principali? 
«Ci sono giocatori che non abbiamo mai visto: Douglas Costa, Khedira, De Sciglio. Ramsey ha fallito, Bernardeschi non si è imposto. Io penso che la Juve del prossimo anno sarà più forte. Servirà un mercato intelligente perché i soldi non sono tantissimi. Ma la società sa cosa fare: i dirigenti sono bravissimi e rappresentano il vero segreto del club. E sono stati fondamentali Buffon e Chiellini. Gigi ha un rapporto strettissimo con Agnelli e nello spogliatoio gli basta uno sguardo. Io sono uomo di... arena (“Non è l’Arena” è il titolo del suo programma su La7, ndr) e le dico che i gladiatori come Buffon e Chiellini sono determinanti».

Ronaldo condiziona troppo il gioco? 
«Ronaldo è allo stesso tempo il problema e la fortuna della Juve. E’ il numero uno, ma la sua presenza impone delle scelte a cui Sarri si è dovuto adeguare. Se in squadra hai Ronaldo, devi muovere tutti gli altri in funzione del portoghese. E’ come spostare un paese per far passare la processione di Cristo. Così è complicato vedere scampoli di sarrismo».

E’ stata la stagione della consacrazione di Dybala? 
«Paulo arrivava da un annata difficile proprio per la convivenza con Ronaldo. E l’estate scorsa sembrava quasi logico prendere Lukaku e sfruttarlo alla Benzema per esaltare CR7. Per fortuna non è accaduto, la perdita di Dybala sarebbe stata grave. Questa è stata la stagione della sua maturità caratteriale: era rientrato prima dalle vacanze, ha fatto una pre-quaratena a casa perché non lo lasciavano andare al campo, eppure è uscito da quella situazione più forte soprattutto a livello mentale».

In Champions la Juve sarà protagonista? 
«E’ difficile arrivare fino in fondo. Già battere il Lione non sarà semplice. L’obiettivo è recuperare le energie psicofisiche: troppo spesso è stata staccata la spina prima del 90’».

Se la Juve esce con il Lione Sarri rischia? 
«E’ possibile. Anche se a me sembrerebbe una follia cambiare nuovamente il progetto tecnico dopo un anno».