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L'ex portiere della Juventus Gianluigi Buffon ha parlato a BSMT ricordando la vittoria del Mondiale del 2006. Questo il suo racconto: 

MONDIALE 2006- "Il Mondiale è sicuramente la soddisfazione e il picco di una carriera per uno sportivo. Poi per quanto riguarda il discorso calcio questo fa deflagrare di emozioni. È stato un momento bellissimo ma mi ricordo anche che abbiamo dovuto superare tante pressioni dovute alla volontà di poter e volere vincere che quando abbiamo vinto io ero veramente felice fosse finita. Ero talmente spossato che non mi sono goduto la vittoria, ero soddisfatto ma stremato".

CHIAVE DELLA VITTORIA- "Il percorso che avevamo fatto tutti insieme. Eravamo una nazionale in cui in 15/16 avevamo fatto un percorso insieme e avevamo delle cicatrici tipo l'Europeo precedente in Portogallo con il biscotto tra Svezia e Danimarca. Poi la presenza di Lippi è stata la chiave certamente".

LIPPI- "Ha dato due o tre segnali importanti al gruppo e ai singoli, il primo quando si è fatto male Totti che sembrava potesse non rientrare al Mondiale e subito si è espresso con parole encomiabili, un giocatore di quel livello sentendo la vicinanza dell'allenatore ce l'hai. Prima del Mondiale prima di partire ci furono varie questioni tipo calciopoli, lui tenne la barra dritta e ci diede forza per capire che tutti insieme potevamo sconfiggere anche quel tipo di critiche e polemiche. Penso che la capacità di fare gruppo che abbiamo noi italiani non ce l'abbia nessuno. Noi difficilmente partiamo favoriti nelle competizioni, siamo sempre outsider. In quel ritiro ci siamo divertiti molto perché c'erano personaggi singolari, Gattuso per esempio è un collante clamoroso per la squadra. Non è un caso che le sue squadre spesso abbiano vinto. Stesso discorso per Fabio Cannavaro, Marco Materazzi". 

COSE EXTRA CAMPO- "Scherzi, prese in giro. Conoscendoci da tanto tempo avevamo confidenza. Questo serviva soprattutto ad allenare la tensione in certi momenti. Vivere 30/35 giorni insieme non è facile, a volte essere reclusi non è semplice. La popolazione locale ci ha aiutato tanto, torniamo dalla semifinale di Dortmund in albergo ed era pieno di gente alle quattro e mezza di notte che ci aspettava. Quello è il mio ricordo più emozionante".