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Giuliano Giannichedda, ex centrocampista della Juventus, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Dalle origini ai colori bianconeri, passando per aneddoti e Calciopoli: “Alla Juve cambia la dimensione del calciatore che sei. C’è un’organizzazione maniacale un’attenzione incredibile, loro devono risolvere tutti i problemi all’esterno perché tu sei il calciatore che deve pensare solo a giocare”.

CASA - “Cosa dissero a casa? Quando lo comunicai mi dissero che non ci credevano, sono partito da un campo senza porte ed arrivare in quella Juve era incredibile. Era uno spogliatoio incredibile, guardarmi attorno mi faceva venire i brividi. Ricordo che il primo ad avvicinarsi a me fu Cannavaro e mi disse 'Benvenuto tra noi, siamo felici che sei qui'".

ANEDDOTI - "Io arrivavo sempre un’ora prima all’allenamento perché ero quello meno conosciuto e pensavo che dovevo arrivare prima di tutti, solo che erano già tutti lì. Essere campioni è anche questo. Nedved? Quando perdeva le partitine in allenamento strappava letteralmente le pettorine. Ibra? Abitavamo vicini, e spesso andavamo insieme all’allenamento. Mi prendeva in giro per la musica che ascoltavo, ma avrei voluto farvi sentire quella che ascoltava lui. Del Piero? Volevo fare il primo goal con la Juve e durante una partita, vincevamo 3-0, gli dissi se mi faceva tirare una punizione e lui rispose 'Sei serio o stai scherzando e ci mettemmo a ridere', Il tutto in campo”.

SCUDETTO - “Quello scudetto l’abbiamo vinto! In quel girone d’andata vincemmo tutte le partite tranne due. Eravamo fortissimi. Noi abbiamo sudato in campo e quello scudetto l’abbiamo vinto perché eravamo i più forti. E’ accaduto l’imponderabile, per me la Juve ha pagato per tutti. La percezione era quella che comunque avremmo giocato in A, ricordo che nessuno si aspettava di disputare la Serie B. Noi eravamo in ritiro ed un giorno si presentarono Lapo e John Elkann dicendoci che la sentenza aveva condannato la Juve. Sono fiero di essere rimasto in B con la Juve, per me è un motivo di grande orgoglio. Quando in una riunione Buffon, Nedved, Del Piero, Trezeguet, dissero che saremmo tornati a grandi livelli, capisci che era cambiata solo la categoria ma non l’essere Juventus”.

SERIE B - “Capimmo di essere in B la prima giornata a Rimini, in ogni campo c’era gente ovunque. Quell’anno la proprietà Exor era spesso presente. Riportammo con merito la Juve in A”.