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La vittoria con l'Atalanta non ha spazzato via le polemiche di Juve-Napoli: semmai, le ha amplificate. E' il potere delle ossessioni: ti fanno perdere il focus, e se non ti logorano ti portano certamente ad avere un'unica visione della situazione, senza stare a sentire storie che non siano quelle a base di vendetta. Tra mille incongruenze, nei discorsi piovuti inevitabilmente in seguito alla sentenza che ha sancito il 3-0 a tavolino per la Juventus, oggi il Napoli ha iniziato la prima parte della difesa che arriverà sul tavolo del Giudice Sandulli: quella mediatica. 

SBUGIARDATI - Senza troppi preamboli, cosa sostiene Gattuso? Che, fosse dipeso da lui, sarebbe partito immediatamente per Torino e avrebbe lasciato decretare al campo Juve-Napoli. Legittimo credergli, non foss'altro per il personaggio e per ciò che rappresenta: soprattutto quando si espone. Poi però parla di pullman, di preparativi, della squadra pronta a partire nonostante le voci sulla possibile - e accertata - assenza fossero già molteplici ore prima della decisione finale. Cos'è successo, in quel frangente? Quando e chi ha deciso sulla mancata partenza del Napoli? C'è stato un contatto tra la società e l'ASL, come sosteneva il Corriere della Sera? Restano tre punti interrogativi che lo scaricabarile partenopeo non riesce mica a risolvere. 

L'SMS - Le parole di Gattuso sembrano andare allora in una direzione più precisa: vuoi vedere che il suo messaggio sia invece diretto alla stessa società che rappresenta? Difficile, ma non impossibile. Anche perché sarebbe scorretto dire che De Laurentiis, quella partita, voleva giocarla. Testimone chiave è Andrea Agnelli, che sul telefono conserva per nulla gelosamente l'sms del patron azzurro: gli ha chiesto di spostare la gara, e questo è assolutamente un fatto. Un fatto che ha scaturito tutti gli altri fatti, fino alle parole (evitabili) di oggi. Gattuso, volevi giocare? Ricorda: la Juve era d'accordo.