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Era un Gattuso a dir poco adirato quello che si è presentato ieri sera ai microfoni dei giornalisti nell’immediato post partita di Inter-Napoli. La ragione, più che la sconfitta di misura patita dopo  una buona prestazione, per larghi tratti migliore di quella nerazzurra, è stata l’espulsione di Lorenzo Insigne. A detta dell’allenatore partenopeo: “Certe cose succedono solo in Italia. Non si può espellere per un vaffa, per un giocatore che ti manda a quel paese, in altri campionati questo non succede. L’arbitro ha dimostrato di essere permaloso, deve capire i momenti di gioco e invece ha rovinato una bella partita”. Se, da una parte è comprensibile una certa agitazione da parte dei calciatori, dall’altra è inammissibile che un calciatore si rivolga in un certo modo al direttore di gara. Ancor di più se si parla di una situazione di gioco statica e attorno all’arbitro si riunisce un capannello di giocatori che esprimono tutto il proprio disappunto: in un’occasione come questa, far passare un insulto vorrebbe dire giustificare comportamenti sopra le righe che in determinate situazioni non sono giustificabili. Sbaglia, quindi, Gattuso a prendersela con l’arbitro, invece di riprendere Lorenzo Insigne che ha lasciato in dieci la squadra nel momento più delicato del match.

IL PRECEDENTE – Cosa dovrebbe dire, allora, Andrea Pirlo che ha dovuto rinunciare ad Alvaro Morata - squalificato per una partita e sarebbero dovute essere due se la pena non fosse stata ridotta – per aver detto all’arbitro: “Quello era un rigore imbarazzante”. In quel caso, nessuna levata di scudi, nessuno che giustificasse le parole a caldo dell’attaccante spagnolo dopo una partita complicata come quella contro il Benevento. Anzi, le uniche polemiche sollevate sono state quelle contro la riduzione della pena a Morata. Nella sua esperienza da allenatore, Gattuso si è sempre dimostrato molto pragmatico e corretto nell'analisi post partita. In questo caso, però, trattasi di scivolone. Se si iniziassero a giustificare certi commenti nei confronti dei direttori di gara, le partite rischierebbero di sfuggire di mano ad ogni fischio. Comprendere le situazioni di gioco, l'agonismo e l'adrenalina dei calciatori va bene, avallare gli insulti diretti all'arbitro no.