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Franco Cipriani, ds del Pavarolo da cui è partita in Promozione la scalata del nuovo difensore della Juventus, ha parlato alla Gazzetta dello Sport: “Mi fa strano. Federico non parlava con nessuno, giocava e basta, poi dritto a casa. Un mediano bravo, ma silenzioso. Conosco il padre da trent’anni, abbiamo giocato insieme a calcio, poi lui ha scelto di fare l’allenatore e io il direttore sportivo. Con il figlio del mio migliore amico! Da piccolo si metteva dietro la porta a palleggiare mentre il padre si allenava, poi, anni dopo, l’ho portato in Promozione con il Pavarolo. Il resto è storia”.

“Io e la sua famiglia abitiamo a tre case di distanza, a Chieri. Abbiamo visto insieme la partita con l’Inghilterra e ci siamo emozionati. Questo per farti capire il contesto. Nel 2014 Fede era con l’Alessandria, ma non giocava mai, così lo presi in prestito per la juniores regionale. ‘Vieni e vedi come va’, gli dissi. Direi bene. Dopo qualche partita tra i grandi, a 17 anni, si impose subito da titolare in Promozione”.

“Piedi buoni e qualche gol nelle corde. All’inizio difendere non era cosa sua, le dico la verità. E questo in effetti è strano”.

“Certo, come serramentista. Un posto che gli ho trovato io tra l’altro. Un cliente mi chiese se avessi qualche ragazzo per un impiego, così mandai Federico per farlo arrotondare un po’. Da noi prendeva circa 300 euro di rimborso spese, forse l’ultimo anno arrivò a 500”.

“Allenarsi ogni giorno come fosse la finale di Coppa del mondo, proprio come Chiellini. Ricordo quando Mancini l’ha chiamato per lo stage… Ero insieme al padre. Fede gli disse che avrebbe spaccato il mondo e così è stato”.