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Sara Gama, capitano della Juventus e della Nazionale italiana, si racconta al Salone del Libro. 

A 20 ANNI - "Ho giocato tanto in giro, a 20 anni in California... Là c'era un agente, all'epoca sconosciuti per noi in Italia, ci si filava poco. Aveva già provato a portarmi via in estate nel campionato professionistico, era il 2007, era l'anno prima di Pechino. Siamo andati con la Nazionale a fare un torneo. Dovevamo andare lì e non potevo lasciare alla Nazionale. Un anno dopo, ci ha riprovato, ma non avevo tagliato il cordone con il Friuli, e col Tavagnacco siamo arrivati terzi. Mi propongono e mi chiamano per questo trials con le ragazze uscite dal college. In più con gente internazionale. Io, alcune danesi, c'era una ragazza giapponese... un clima di vacanza! Il livello era uguale alla nostra Serie A. L'allenamento? Dalle colline, prendevo e scendevo con la bici. Facevo un po' di allenamento, e andavamo in spiaggia. Venice, Santa Monica. Esperienza incredibile, il primo step per toccare con mano l'estero". 

IN FRANCIA - "Oggi il Lione è in finale, giocano domani con il Barcellona. L'anno scorso Barcellona-Chelsea, due anni fa con il Lione. Sì, è stata la prima volta in cui ho toccato con mano l'estero, sapevo di poter giocare come si deve. Nel 2013-2014 sono andata al Psg, la Francia era una meta ed era bello andare in Germania. La Francia, culturalmente, mi dava qualcosa. Ero fortemente tentata anche già un anno prima, il treno è passato due volte... cos'abbiamo vinto? Eravamo nel dominio del Lione, per 13 anni. Secondi. La Champions l'abbiamo giocata, sì. Al primo anno mi sono fatta male, al secondo anno siamo arrivati in finale e abbiamo perso negli ultimi minuti la finale contro il Francoforte, a Berlino. Ho giocato una finale di Champions, ora è tempo che l'Italia cresca". 

JUVE E CHAMPIONS - "Con il Brescia avevo fatto triplete nazionale e quarti di Champions, era un altro format. Una cosa straordinaria. Qui siamo in una nuova era. Prospettive Juve Women? Era l'obiettivo anche prima dell'inizio dell'anno, è arrivato un nuovo allenatore internazionale che aveva già esperienze importanti. Era lì dall'inizio della nostra avventura, bisognava crescere. Nell'altra formula abbiamo preso il Lione ed è dura. Oggi il Barcellona gioca come il tikitaka, dei mostri sacri. L'Europa sicuramente. Ora siamo andati oltre le aspettative. Abbiamo mandato a casa il Chelsea, poi il Lione di nuovo e siamo riuscite a vincere in casa. Non è poco: nella prima del Brescia in Champions, calcolate che metà della gente alla Juve c'era lì, siamo tornate a vincere e per poco non siamo passate"