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Piano piano, passo dopo passo. Verso un sogno. Oh, metti una sera afosa a Singapore. Metti il tuo eroe che finalmente arriva a giocare nel tuo Paese. E metti soprattutto la più bella, pacifica, riconciliatrice invasione di campo. A farla non è stata un esibizionista, bensì un sognatore di piccole dimensioni. Un bimbo, sorridente e smaliziato, che si è preso la briga di saltare il cordone degli steward e se n'è andato, gironzolando verso la panchina della Juve. Aveva un obiettivo: andare da Cristiano Ronaldo. Magari abbracciarlo, prendergli la maglia, ringraziarlo. L'ha perseguito e raggiunto.

IL COMMENTO - Ci vuole ambizione, nella vita. E pure un po' di fortuna. Il ragazzino è stato bravo a crearsi quest'occasione storica, incontrando nel suo idolo una disponibilità fuori dal comune. Non è la prima volta che CR7 regala momenti di svago e sorrisi sognanti ai bambini che lo adorano come una divinità. Ma è la prima con Sarri in panchina, che in conferenza ha spalancato il suo stupore e ha commentato così: "Ho visto questo ragazzino in mezzo al campo, avevo capito che lui voleva farsi una foto con Cristiano. Avevo paura che lo portassero via velocemente quindi ho fatto cenno di venire verso di me. L'ho portato da Ronaldo... quando vedo un ragazzo così giovane in campo, per me non è un'invasione: è gioia". Game, set, match: la vittoria vera è arrivata fuori dal campo.