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La vittoria e la stoccata. Florentino Perez vince la 14esima Champions League della storia del Real Madrid. La vince seduto al fianco di Ceferin allo Stade de France, proprio quel Ceferin che non perde occasione per mandare messaggi e minacce a Juve, Barcellona e Real Madrid. Ecco che però il presidente blanco passa al contrattacco, con la Champions appena vinta e una mossa per il futuro... la Superlega: "Non è una competizione nuova, ma l'obiettivo è che le poche partite ufficiali che ci sono in Champions League siano più numerose. Il calcio è un continuo rinnovamento. Dobbiamo parlarne, dialogando, come ha sempre fatto il Real Madrid. Continuerò a battermi per la Superlega, esattamente come Santiago Bernabéu lavorò sodo per creare la Coppa dei Campioni"

CEFERIN - "Si è congratulato con me, ma in questi giorni non gli ho parlato della Super League".

Parole che hanno caricato i tifosi del Real Madrid, ma anche quelli della Juve. Per la Uefa e Ceferin sicuramente un bello smacco dopo tante parole spese, anche a sproposito in questi mesi.

A Sky ha poi aggiunto:

DNA REAL - "Questo è il Real Madrid. Ha vinto la Champions League, che è stata creata apposta per noi dall’Equipe. La nostra relazione con la Champions League è speciale. Quando sono diventato presidente del Real Madrid conoscevo il percorso fatto nella sua storia, vincere la Champions fa parte della nostra storia, non è leggenda. Quest’anno ci sono capitate squadre molto difficili, tre squadre inglesi molto importanti e il PSG. Siamo riusciti a prevalere grazie all’unione che c’è tra giocatori e tifosi, ma la storia parla per il Real Madrid".

STORIA D’AMORE – "Ancelotti è stato il primo a dire che i giocatori qui sono come i tifosi, sono madridisti. Il merito è della nostra struttura, siamo tutti soci, collaboriamo tutti e affrontiamo la vita in maniera diversa. I giocatori ricevono sempre il sostegno dei tifosi, ed è difficile averlo in un altro club con una struttura diversa dalla nostra. Non c’entra l’aspetto economico, è un modo di vivere la vita e il calcio. Con questa competizione abbiamo una storia d’amore".

ANCELOTTI - "Devo ringraziarlo. Credo sia l'allenatore ideale per noi: ha vinto Liga, Champions e Supercoppa. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare sul mercato, ma la cosa più importante è stata la scelta dell'allenatore. Come l'ho convinto? È stata una chiamata normale: gli ho chiesto se voleva tornare e mi ha detto di sì. Sapevamo fosse la persona giusta, lo conoscevamo. Volevamo cercare di trovare la giusta amalgama tra i giovani e i veterani, e lui è perfetto. Si è visto anche col City, quando sono stati proprio i veterani a continuare a dare la carica ai più giovani per cercare la rimonta. E poi c'è anche questa comunione tra tifoseria e giocatori: Ancelotti è il migliore anche in questo". 

MBAPPE' - "Non ce lo ricordiamo neanche più. Poteva venire, ma ha avuto i suoi motivi e per delle circostanze ha deciso di restare a Parigi. Ma il Real Madrid rimarrà il Real Madrid".