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"Parlare di Manuel Locatelli per me è sempre un grande piacere, è un bravo ragazzo a cui sono legato" esordisce così Filippo Galli che conosce bene il centrocampista classe 1998 della Juventus. Infatti, Galli è stato il responsabile del settore giovanile del Milan nel periodo in cui Manuel vestiva la maglia rossonera. Un racconto tra i ricordi del passato e uno sguardo al futuro con quella Premier League che stando alle ultime notizie di oggi lo sta corteggiando nell'intervista che segue.


MANUEL LOCATELLI, INTERVISTA A FILIPPO GALLI

 
Quali caratteristiche aveva Manuel Locatelli al Milan che lo avevano colpito osservandolo da giovane?
 “Era certamente un giocatore differente da quello che vediamo oggi. Spiccava per qualità, capacità di vedere linee di passaggio che altri non vedevano. Poteva interpretare ogni ruolo a centrocampo: da play a mezz’ala a trequartista. Poteva inseguire l’uomo nell’ultimo passaggio ed andare a rete. Questo era il suo bagaglio tecnico. Oggi è un giocatore più votato alla fase di contenimento, ovviamente la sua caratteristica è sempre sapere giocare la palla e vedere il gioco e questo lo aiuta quando è la squadra a dover impostare. È cresciuto molto in fase difensiva quindi in aggressività, capacità di chiudere le linee di passaggio, facendo cosi da schermo davanti alla linea difensiva”.

Si parla dell’interesse di Roberto De Zerbi in Premier League per Locatelli, come lo vedrebbe?
 “Quando sento che qualche giocatore può andare in Premier io faccio sempre il tifo per lui, la Premier è il campionato più bello al mondo. Poi andarci con De Zerbi che lo conosce già potrebbe rappresentare un vantaggio. De Zerbi cura la fase di possesso, la voglia di avere la palla. Locatelli può essere un giocatore che si adatta molto al gioco di De Zerbi”.



La Premier potrebbe essere una svolta per la carriera di Manuel?
 “Non lo so. Non so quando scadrà il suo contratto o quali siano le sue intenzioni o se ci sai davvero un interesse della Premier. Credo però che Locatelli abbia le qualità per fare bene in Premier League. Oggi viene spesso messo in discussione forse perché ci si aspetta sempre tanto da lui, però è un giocatore con numerose presenze con Milan, Sassuolo e Juventus senza contare la Nazionale. Quindi credo possa considerarsi un giocatore di livello internazionale. Poi ha 26 anni, quindi potrebbe arrivarci nel pieno della sua maturità”.
 
Perché secondo lei viene spesso bersagliato dalle critiche?  
“Perché è spesso dentro al gioco, essendo nel vivo puoi commettere errori e venire criticato. Io credo sia coraggioso e si prenda e le sue responsabilità, di questo gli va dato atto. Mi dispiace sempre perché so che può esprimersi su livelli molto alti”.

Cosa si aspetta dalla sua maturità calcistica? 
“Mi auguro mantenga quello che ha imparato nel tempo e che riproponga il suo bagaglio tecnico che aveva nel settore giovanile e che ha dimostrato anche nel Sassuolo. Vedere linee di passaggio in avanti e alternare passaggi lunghi e corti variando il gioco. Penso che Manuel abbia una visione di gioco che a memoria pochi giocatori avevano”.

C’è stato un momento in cui ha pensato potesse fare questa carriera?  
“Con la classe 1998 noi avevamo al Milan un’ottima squadra, c’erano parecchi giocatori di qualità. Manuel però era considerato un po’ un fiore all’occhiello del settore giovanile, lo dimostra il fatto che sia arrivato a giocare in prima squadra anche se poi le strade si separarono ma sono cose che succedono nel professionismo e se ne deve prendere atto”.

Si aspettava potesse fare questo genere di carriera? 
“Non mi piace prendere meriti o sembrare un mago. Il percorso lo ha fatto lui, grazie anche alle persone che ha incontrato nel percorso che sono state fondamentali nella realizzazione, a partire dalla famiglia che gli è sempre stata vicino, credo che queste siano componenti fondamentali. Le persone devono saper accompagnare ragazzi e giocatori e poi prenderne anche le distanze permettendo loro di crescere”.