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Una crescita verticale, cominciata con l’inaugurazione del nuovo stadio nel 2011 e passata attraverso risultati sportivi - sei scudetti, due finali di Champions League - e gestione finanziaria: il fatturato della Juventus è in forma “europea”, come testimoniato dagli ultimi dati sulla crescita dei club. Ciò non basta ancora, ovviamente, a spiccare sui mostri sacri del nostro continente, ma per il trofeo della sostenibilità i bianconeri possono giocare a testa alta.

JUVE SOSTENIBILE - Secondo lo studio svolto dalla società di analisi Kpgm e riportato da La Gazzetta dello Sport, ben pochi club possono contare sullo stesso trend virtuoso della Juve, che tra il 2011-12 e il 2015-16 ha aumentato i ricavi operativi del 75%, mentre gli ingaggi sono cresciuti del 48%. Il risultato di questo test a livello europeo è che il nostro calcio resta sostenibile nonostante l’inflazione e le spese pazze dell’ultimo periodo: basti pensare che il PSG ha visto accrescere i propri ricavi operativi del 134% e gli stipendi del 129%. La scalata dei bianconeri è superiore persino a quella di Bayern Monaco, Chelsea, Barcellona e Real Madrid, ma l’andamento della Serie A preoccupa. Negli ultimi 5 anni, il fatturato medio nel nostro campionato è aumentato del 17%, poco più degli stipendi (16%): improponibile il confronto con la crescita della Premier League (76%) ma anche di Bundesliga (45%) e Liga (36%). E se il fatturato della Juve 2016/17 sfonda quota 500 milioni di euro, è vero che la Signora rimane un gigante solitario all’interno dei confini nazionali. Soprattutto, la mole dei ricavi deve tenere conto delle maxi-plusvalenze realizzate lo scorso anno - si veda Paul Pogba al Manchester United - e della qualificazione alla finale di Champions League. Si riparte, volenti o nolenti, da qui: dalla necessità di riconfermarsi nella massima competizione europea e di valorizzare al meglio i gioielli della propria rosa. Una Juve sostenibile che vada a braccetto con la Juve vincente.