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Quando Pavel si muove, in Repubblica Ceca sono tutti sugli attenti. Definirlo un idolo, una leggenda, è fin riduttivo. Chiunque cominci a prendere a calci un pallone, sogna di poter ripercorrere le sue orme. E l'influenza che una chiamata di Nedved può avere, va al di là di ogni offerta economica o progettuale della concorrenza. Così la Juve ha saputo scalare e riscalare le gerarchie di preferenza di Patrik Schick ad esempio, indipendentemente da come vada a finire la telenovela che vede la Sampdoria parte in causa in una situazione senza precedenti e a tratti paradossale. L'intervento di Nedved ha quindi prima visto la Juve battere la concorrenza di un'Inter che sembrava aver già chiuso per il suo acquisto, poi tornare prepotentemente in corsa quando la Roma era a un passo dalla definizione. Ma il caso Schick è unico nel suo genere, non unico per quel che riguarda il fattore Nedved.

DA MACEK A HLOZEK – Il primo della lista è stato Roman Macek. Lo voleva l'Arsenal, l'aveva seguito a lungo e opzionato. Poi si è mosso in prima persona Nedved, ai tempi ancora “solo” consigliere bianconero sbloccando la trattativa e portando il centrocampista classe '97 alla Juve. Una situazione del tutto simile a quella vissuta negli scorsi mesi da Nicolas Penner. Centrocampista classe 2001, aveva su di sé gli occhi di mezza Europa con il Borussia Dortmund particolarmente interessato a chiudere l'affare con lo Sparta Praga in tempi stretti: ma una chiamata di Nedved ha portato la Juve a convincere Penner a trascorrere in inverno una settimana in prova a Vinovo. Quanto basta per far capire a Nedved che la sua Juve non avrebbe potuto farselo scappare e così è stato. E non è finita qui. Stessa manovra anche per un altro talento cristallino dello Sparta Praga, ancor più giovane e già compagno di Penner in Nazionale come nel club: si tratta del classe 2002 Adam Hlozek, di cui proprio nelle scorse ore si è peraltro con Pavel Paska durante i nuovi assalti per Schick. E se Nedved chiama, anche Hlozek è destinato a rispondere presente.