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Giuseppe Marotta è uno dei dirigenti italiani che ha vinto di più, soprattutto negli ultimi anni. Ci sono i calciatori, ci sono gli allenatori, ma in questo sport hanno un peso notevole i dirigenti: l'ad dell'Inter ora sta costruendo un nuovo ciclo a Milano, dopo aver creato quello incredibile della Juventus, a cui lui stesso - insieme a Conte, altro ex bianconero - ha messo fine l'anno scorso.
 
La sfida al club di Agnelli prosegue giorno dopo giorno, perché la forza di Marotta è la programmazione e il mercato non si ferma mai: insomma, l'ad è una spina nel fianco anche nelle trattative. E se c'è una cosa che alla Juve hanno imparato è che quello che adesso lavora per l'Inter è uno dei dirigenti che i cicli vincenti li sa creare e preservare nel tempo. Soffiargli il primato non sarà facile.

I COLPI ALLA JUVE - Riavvolgendo il nastro, impossibile dimenticare il modus operandi per rendere la Juventus la corazzata che è stata per quasi un decennio. Una strategia stile Bayern: fare mercato 'interno', indebolendo le avversarie per accrescere il prestigio. Così vanno lette le operazioni che hanno portato Pjanic, Higuain e Benatia a Torino. Ancora prima, Marotta ci aveva visto lungo scommettendo su Bonucci, prodotto del vivaio interista, e battendo sul tempo proprio i neroazzurri strappando Dybala al Palermo nel 2015. 

L'ADDIO - Marotta ha scelto di lasciare la Juventus nell'ottobre 2018, con l'ascesa di Paratici dopo l'affare Ronaldo. Dopo l'addio, battere la Juve diventa l'obiettivo quotidiano: così nell'estate 2019 decide di affidarsi ad Antonio Conte, uno che in quanto a motivazioni e denti avvelenati potrebbe avere una cattedra all'università a vita, se ce ne fosse una. 

I COLPI ALL'INTER - Con Conte in panchina, Marotta si è poi concentrato sul mercato vincendo la concorrenza della Juventus per Lukaku, piazzando Icardi al Psg e infastidendo i bianconeri negli affari Kulusevski e Chiesa, ma riuscendo a prendere comunque Barella. Il prossimo passo? Portare a Milano Gianluca Scamacca.