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Grande giorno, il 21 giugno. E' il solstizio d'estate, le 24 ore più luminose dell'anno, si sente il clima delle ferie. Finalmente il caldo e le ossa si sollazzano.

Non me ne voglia san Luigi Gonzaga, se lo faccio passare un poco in secondo piano, ma il 21 giugno di quest'anno è un giorno di festa tutto particolare per gli juventini, anche senza onomastico, dato che il calcio mercato ha dato una “notiziona” che si attendeva da tempo immemore.

“Bravo merlo” dirà il solito rompiscatole che passa il tempo a cercare di trovarti in castagna, invece di provare, nella sua vita anonima, a creare qualcosa di originale, “Lo sanno ormai anche i muri che Emre Can ha firmato. Ti sei allineato da buon ultimo".

Eh no, caro mio. La notiziona non è Emre Can al J-Medical, né il buio profondo del solstizio al contrario, calato sulle avenidas di Buenos Aires, dopo la lezione di croato. La notizia di calcio mercato che illumina l'estate bianconera è il rinnovo fino al 2021 della dirigenza in toto. Il “quadrumvirato” che regge le sorti di Madama è stato riconfermato all'unanimità, un solo voto, quello della proprietà: esempio di come funzioni bene il suffragio universale.

Andrea Agnelli è ancora presidente, alla faccia di coloro che vagheggiavano nuovi scenari e vecchi Del Pieri. Beppe Marotta non va al...Milan, capito Mediaset? Beppe Marotta resta dove è, a firmare i documenti importanti e con essi la leggenda, anzi il mito, a tinte bianconere. Pavel, ce l'abbiamo noi, continua a stare con noi, nelle vesti del ministro degli Esteri, colui che apre per meriti e palloni d'oro vinti, tutte le porte che portano alla Continassa. Fabio Paratici va avanti a collezionare valori aggiunti nel settore tecnico, un uomo apparentemente umbratile, ma terribilmente importante, anzi insostituibile.

Mentre altri dirigenti, non certo al livello dei sopracitati, fanno la spola tra Milano e l'U.E.F.A. per farsi leggere le carte; altri si muovono all'interno di una società in vendita, perché il suo proprietario si è finalmente accorto che un sano investimento in una catena di ristoranti era assai preferibile; altri ancora si guardano ben bene dal muoversi di casa, per non essere arrestati per corruzione “sulla carta del progetto”; per non tacere di quelli che si trovano costretti ad ingaggiare un vecchio santone della panchina, per arginare la diaspora di giocatori, con scarsi risultati; la Juventus si tiene stretti i migliori. Migliori di una distanza siderale, pari solo agli anni luce che separano la Terra da Andromeda.

Emre Can esemplifica il concetto. Un parametro zero in faccia a club con fatturati superiori, ma dal fascino molto più basso dell'appeal di Nostra Signora del pallone. Un altro parametro zero, come quelli che in questi anni hanno finanziato le casse della società e ne hanno determinato il successo. Perchè, un volta per tutte, la Juve si autofinanzia. Da sempre, dal giorno in cui la “famiglia” ne ha preso le sorti come missione. Il capitalismo piemontese è parsimonioso, morigerato, un tantino rancìdo, niente a che vedere con quello di là dal Ticino, tutto lustrini e paillettes. E tonfi clamorosi.

Chiudo facendo notare che in Croazia – Argentina erano presenti in campo 4 delle punte che giocano a Torino. Marione e Pjaca (anche se non è entrato) a scacchi, Pipita e Paulino rigati di bianco e celeste. Non potendoci andare con la nazionale, per limiti di dirigenti federali (toh, guarda!) e insipienze tecniche, ai mondiali ci si va con gli juventini.

Sommessa domandina biricchina ai trombini di prammatica: chi ha comprato le 4 punte di stasera? I dirigenti che hanno avuto il logico rinnovo o...Mago Zurlì?Tanto so già che qualche “Richetto” della situazione mi griderà contro: “Pignolo!”, candidandosi a vincere lo...zucchino d'oro.