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Il primo test in uno stadio di Serie A verrà fatto oggi, all’ora delle corride in Spagna (17.30), al Tardini scenderanno in campo, per una gara amichevole, il Parma e l’Empoli. La grande novità è che gli spalti non saranno vuoti, ma occupati da mille tifosi ai quali per un costo davvero popolare è stato concesso di acquistare il biglietto per poter assistere alla partita in presenza. Un evento che non si realizzava dai mesi in cui era stato decretato il lockdown anche per il mondo del calcio e al quale certamente ne seguiranno altri semmai la Juventus e l’Atalanta (prime richiedenti ufficiali) otterranno il placet per riaprire alla gente i loro impianti sportivi. Francamente non saprei se dobbiamo essere felici oppure preoccupati per questo “via libera” allo spettacolo del pallone con il contorno “vitale” dei tifosi che sicuramente non vedono l’ora. L’andamento quotidiano dei contagi da Covid19 e soprattutto la crescita dei malati che debbono essere ricoverati in terapia intensiva non induce ad essere granché ottimisti. Aggiungiamo a ciò che prima ancora del campionato sarà la scuola a ripartire con milioni di bambini e di ragazzi chiamati al loro principale lavoro quotidiano. E questo, certamente, rappresenterà un momento nevralgico per la misurazione di quel che potrebbe riservarci la pandemia.

PROTOCOLLI - In ogni caso sono convinto che, alla fine, a spuntarla sulle perplessità e sulle pur legittime ansie saranno le società di calcio, le quali da tempo si stanno attrezzando per ripartire dando al movimento una parvenza di normalità. Molti dei Governatori delle Regioni alle quali fanno capo le società richiedenti, in primis la Juventus, si sono già espressi in maniera favorevole seppure in contrasto con il parere del Comitato Tecnico Scientifico che fa da sentinella per la salvaguardia della salute dei cittadini italiani. A vantaggio di chi si batte per la riapertura giocano sicuramente i protocolli molto rigidi che le società si sono dette pronte a mettere in atto per fare in modo che una partita di calcio non si trasformi in un nuovo focolaio pandemico. Ancora vengono i brividi nel ripensare a quella “bomba” che fu Atalanta-Valencia giocata al Meazza. Detto ciò e fatti i debiti scongiuri, la verità e che il destino di questo evento sarà completamente nelle mani degli stessi tifosi i quali soltanto grazie ad un comportamento rigorosamente virtuoso potranno garantire il successo o meno dell’iniziativa.

COMPORTAMENTI - Il paragone con ciò che è accaduto con la riapertura delle discoteche non è campato in aria e dovrebbe servire da lezione molto severa. Se i tifosi che, con un certo coraggio molto simile all’incoscienza, dovessero mai replicare sugli spalti (ma anche all’ingresso e in uscita dallo stadio) gli atteggiamenti scriteriati di coloro che si scatenavano sulle piste da ballo, vorrebbe dire che la festa appena incominciata è già finita e che avevano ragione quelli che predicavano maggiore prudenza e più pazienza.