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"Le ultime parole di Sarri fanno piacere, anche se finora non ho giocato molto nella Juventus, ma sono fiducioso e so di poter dare una mano alla squadra quando giocherò. Spero di farlo presto". Forse la rassegnazione ha fatto spazio alla speranza, o forse no. Forse è solo una sensazione. Sta di fatto che Emre Can, l'autore delle parole citate nell'attacco, pare viaggiare su un binario opposto a quello del suo allenatore. Che è sì contento dell'atteggiamento del tedesco, ma inevitabilmente deve fare i conti con una naturale insofferenza dettata dagli avvenimenti di questi primi mesi tribolati. Ossia: lista Champions, polemiche, scuse e scarso minutaggio. 

RILANCIARE - Resta comunque obiettivo di MS recuperare il centrocampista tedesco, estromesso dalla lista Champions ma non di certo dalle rotazioni della mediana. Inevitabile però che Emre abbia visto quella bocciatura come un chiaro segnale d'allarme: se non va bene per l'Europa, quanto minutaggio potrà sperare d'avere in campionato? Poco, ben poco, così come dimostrano i primi dati al giro di boa dettato dalla sosta. "Sono contento, è in grande condizione ed è entrato bene", la benedizione sarrista del post Inter-Juve. Lì Emre aveva dimostrato tutto quello che poteva dare a questa Juventus: dinamismo, morsi alle caviglie, una discreta qualità che in quasi tutte le altre squadre europee potrebbe essere determinante. 

PARALLELI - Sentirsi importante è prerogativa dei grandi giocatori: senza fiducia, tutto il lavoro diventa praticamente inutile. Anche per questo, Emre è sopraffatto da un represso sentimento d'insoddisfazione: prova a mascherarlo, ma è inevitabile che gli venga fuori. E che soprattutto inizi a pensare al futuro, cioè al mercato. Se da una parte la Juve non ha intenzione di svalutarlo, dall'altra Can sembra aver praticamente mollato il colpo. Non c'è concorso di colpe: è solo conseguenza di un mercato frammentario e complicato. Di sicuro, questa era una storia che meritava altro finale.