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Lo diciamo da settimane, osservando la situazione della Juve: lasciare campioni ambiziosi e strapagati fuori dalla lista Champions, oltre che uno spreco economico, è un rischio enorme per la serenità dell’ambiente. Ci hanno accusato di essere contro questo o contro quello, addirittura di avere intenti destabilizzanti. In realtà abbiamo solo trasferito alla Juve di oggi quello che il calcio ci ha insegnato in tanti anni: come puoi cancellare le ambizioni internazionali di uno che la Champions l’ha vinta, come Mandzukic, oppure di uno che è arrivato a Torino per provarci, e che è sempre stato apprezzatissimo, come Emre Can?

La bufera che proprio Emre Can (goffa la sua retromarcia) ha scatenato non appena sono stati diffusi i nomi degli esclusi dalla lista Champions conferma quanto sia esplosiva una situazione del genere. Le sue parole sono come sassate. Sminuiscono la personalità di Sarri: “Mi ha chiamato un membro del suo staff, non lui”. E mettono pesantemente in dubbio il comportamento dei dirigenti: “Mi è stata promessa una cosa diversa, avevo la possibilità di andare al Psg, sono rimasto ma la condizione era che partecipassi alla Champions”.

A sentire lui, insomma, Sarri è sfuggito alle sue responsabilità e un dirigente gli ha mentito. Non sappiamo se questo sia vero, ovviamente, ed è legittimo pensare che un professionista debba accettare le decisioni della sua società anche se le ritiene ingiuste. Ma pure i calciatori hanno un'anima e a volte viene fuori. Un club come la Juve, però, certe situazioni deve comprenderle prima e di conseguenza gestirle con autorevolezza, intelligenza, sensibilità.

Le durissime parole di Emre Can sono invece sfuggite a ogni controllo preventivo: un episodio raro, nell’ovattato mondo bianconero. Ma questa Juve non sembra la Juve.

@steagresti