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E adesso, palla alla Juventus. I bianconeri fanno oggi il loro esordio in Champions League, in quella competizione che rappresenta il grande obiettivo stagionale, dichiarato da squadra e società. E lo fanno dopo una giornata che ha confermato lo stato di forma delle contendenti al titolo: lo sguardo si è soffermato sul Camp Nou e sull’incontenibile Barcellona di Messi, certo, ma anche ad Anfield Road, dove è andato in scena lo show del Liverpool. Proprio fra quelle mura si è consacrato, non a caso, uno degli elementi più attesi della euro-Juve 2018-19: Emre Can.

IL CAMALEONTE DI KLOPP - “Nessun rancore”: così Klopp ha dribblato lo scorso agosto le domande su Emre Can, suo indispensabile pretoriano per due anni. Corsa, tecnica e soprattutto duttilità: da mediano in una linea a due a mezz’ala nel centrocampo a tre, fino a trasformarsi addirittura in difensore centrale in caso di emergenza (si veda l’ultima sfida a Brighton), il classe ’94 ha ricoperto con Jürgen praticamente ogni ruolo. Un camaleonte fondamentale anche in Champions League, almeno fino a quel maledetto infortunio alla schiena che lo ha allontanato dai campi nel finale della scorsa stagione: ko per quarti e semifinali, tornato in tempo per vedere i suoi capitolare a Kiev (appena 7’ contro il Real Madrid).

UN TIPO DA CHAMPIONS - La Juventus ha puntato forte su Emre Can, costruendo per un anno intero le basi per il colpo a parametro zero e non mollando di fronte alla concorrenza agguerrita delle altre big. Affare fatto, a costo di versare 16 milioni di oneri accessori e di accettare una novità assoluta quale la clausola rescissoria (circa 50 milioni, attivabile dalla terza stagione in bianconero). Perché nell’estate di Cristiano Ronaldo, le ambizioni bianconere in Champions League passano anche dall’ex ragazzino del Bayern, emerso dalla “bottega” di Klopp quale giocatore di livello internazionale. Si veda il modo in cui il tecnico di Stoccarda è andato avanti, debuttando in Europa da vice-campione con uno spettacolare 3-2 ai danni del PSG. In mezzo al campo non c’era più il suo pretoriano, ma il “vecchio” trio Wijnaldum-Henderson-Milner: eppure la mentalità, dalle parti di Anfield, non manca mai.


IN ATTESA DI RISPOSTA - Chissà che Emre non abbia allora osservato da Valencia la prestazione degli ex compagni, a poche ore dal suo debutto in Champions con la maglia bianconera. O almeno, quello che dovrebbe essere il suo debutto. Sì, perché fino a questo momento lo status del centrocampista nello scacchiere della Juve è stato da “alternativa di lusso”: 115 minuti in campo nelle prime 4 giornate di campionato, conditi però da alcuni lampi impossibili da ignorare.Tra questi, la percussione e l’assist per il secondo gol di Ronaldo contro il Sassuolo. Si riparte da lì, dai problemi fisici ormai superati, ma anche da una formazione-tipo che al momento vede ancora in vantaggio il connazionale Khedira al fianco di Pjanic e Matuidi. Il “suo” Liverpool ha risposto presente, Can ancora no: ma per dare l’assalto all’Europa, alla Juve, serve più che mai un giocatore come lui.


In gallery, le statistiche di Emre Can in questo inizio di stagione con la Juve

@mcarapex