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E così Sarri è a metà dell'opera. Scientificamente pianificata, l'eliminazione per mano del Lipsia è già realtà dopo novanta minuti in cui il Napoli ha mostrato tutta la sua inadeguatezza nel contesto europeo. Passati in vantaggio quasi per sbaglio, con uno che ha giocato quasi per sbaglio, gli alfieri del buon Maurizio si sono fatti infilare tre volte sotto gli occhi indifferenti del poco pubblico presente al San Paolo. Chi è rimasto a casa, sapeva già a cosa sarebbe andato incontro. 

Scegliendo di giocare una sola volta a settimana, come quando allenava il Sorrento, Sarri ha adesso eliminato ogni alibi nella corsa allo scudetto. Il suo unico obiettivo, quello su cui probabilmente si giocherà la carriera. Viene meno l'alibi dello stress da viaggi oltre confine, già sostanzialmente archiviato con l'eliminazione dalla Champions. Crollano anche le costruzioni complottistiche nei confronti della Lega di Serie A, che proprio oggi per bocca del dg Brunelli ha spiegato come il Napoli sia stato trattato esattamente come le altre italiane impegnate nelle coppe. A Sarri resta ora un solo obiettivo: quello che può regalargli la gloria o, in caso di fallimento, condannarlo a rimanere nel limbo del provincialismo