ADESSO SOLIDI - La bravura della Juve non è stata segnare 3 gol al Malmo: non è esattamente un'impresa fuori dal normale. La bravura della Juve è stata essere compatta, scivolare per bene tra le due fasi - il modulo cambiava come le scale di Hogwarts, dal 3-5-2 al 4-4-2 -, sostituire quell'impermeabilità che aveva attraversato un'intera era bianconera con l'attenzione massima e la cura del dettaglio. Dove non arriva (più) il talento, può sempre arrivare l'organizzazione. Questo sembra voler raccontare Allegri, che non dispensa sorrisi ma sguardi solidi: la Juve aveva preso gol in tutti i sette incontri con cui ha iniziato la sua stagione. Dal 2 marzo non terminava a reti inviolate. Cosa c'è da aggiungere? Semmai, c'è da aggiustare.
UNA NUOVA STAGIONE - Dal ritorno di un bunker, o comunque di una camera di protezione, la Juve è più libera di testa e in grado di sfruttare la proposta di gioco che in realtà non è mai mancata, se non contro l'Empoli e parzialmente per scelta al Maradona. Non c'è Cristiano ma ci sono mille soluzioni: Dybala ne porta svariate, i movimenti di Morata sono tracce scritte per i compagni. Persino Kean, nell'abbondante quarto d'ora in campo, ha dettato la profondità tre volte e per tre volte ha rischiato di cambiare la sua prima settimana dal ritorno alla Juventus. Valga quel che valga, e l'avversario vale poco, la vittoria invece tanto: ma è una serata che dà morale, fiducia, futuro. No, non c'erano giocatori bianchi come quel pallone. E no, non ci sono stati ragazzi con la paura di affrontare il Malmo. Qualcosa può esser cambiato: oltre gli errori di Szczesny, c'è una squadra tutta ancora da valutare.