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Non mi piace. Né come osservatore imparziale e neppure come antico appassionato bianconero. La Juventus, in linea con la stagione autunnale, ha tinte troppo smorte per poter rappresentare come vorrebbe la meraviglia nel giardino del campionato. Anche contro il Bologna, avversaria certamente complicata perché sostenuta dal “fattore-Sinisa”, la squadra di Sarri ha viaggiato a due velocità e soprattutto ha messo in evidenza una realtà ben precisa. Ovvero, senza gli uomini della vecchia guardia, che consentirono a Massimiliano Allegri di diventare l’uomo degli scudetti, non si reggerebbe in piedi più di tanto.

Al netto di Cristiano Ronaldo il quale per qualità indiscutibili gioca con successo per vincere la sua sfida personale con il gol, a mettere fieno in cascina ci stanno pensando i soliti noti. Da Buffon, il cui atteggiamento agonistico ha del miracoloso, a Bonucci, il quale anche senza Chiellini al fianco offre assolute garanzie. Da Pjanic a Higuain che, con le loro prestazioni, hanno risposto autorevolmente a coloro che nella stessa dirigenza avrebbero voluto sbarazzarsi di loro. Allo stesso Bernardeschi, in linea con le sue performances azzurre, e al folletto sempre sorridente Cuadrado la cui invenzione a terzino viene attribuita a Sarri scordandosi che lui giocava già in quel ruolo sia a Lecce che a Firenze.

Gli altri, i nuovi arrivati specialmente, viaggiano sulle montagne russe di alti e bassi sconcertanti. Ramsey, Rabiot e soprattutto il biondo olandese Di Ligt il quale, stando alle previsioni, avrebbe dovuto rappresentare il nuovo miracolo della difesa bianconera ma che, fino a questo punto del percorso, ha fatto molto meno di ciò che riuscì a realizzare Legrottaglie quando arrivò alla Juventus dal Chievo. Una fotografia sfocata, dunque, che spinge verso una considerazione precisa. I responsabili del mercato bianconero, Paratici e Nedved, non sono poi quei “mostri” di competenza e di bravura per come sono stati dipinti ma hanno ancora molta minestra da mangiare prima di arrivare al livello del loro insegnante Giuseppe Marotta.

Andrea Agnelli, comunque, sorride felice. Ne ha ottimi motivi. La Juventus, cifre alla mano, sta crescendo a livello esponenziale sotto il profilo della resa finanziaria. Un dato, seppur molto importante per la vita della società, che agli appassionati e ai tifosi interessa soltanto fino ad un certo punto. I rimpianti servono a un bel nulla e una volta andati avanti non è possibile tornare indietro. Ma la tanto attesa “squadra spettacolo”, annunciata, sulla carta come frutto della “rivoluzione sarriana”, per il momento non si è palesata e, al limite, si è appena intravista in maniera troppo sporadica per poter essere certi che prima o poi arriverà. Intanto è la vecchia guardia di Allegri che, in modo molto pragmatico e vecchio stile, per fortuna sostiene la baracca.