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Sono un falsonuevista convinto, metterei Dybala in prima linea anche in guerra, ma se dovesse arrivare a Torino Edin Dzeko, sarei tra i primi a stappare una bottiglia. In fondo il bosniaco, lo conosciamo, è un centravanti completo. Ha tutto, proprio. D’accordo, ogni tanto sonnecchia, sbaglia qualche gol. Ma per quello finché c’è, c’è Cristiano. Dzeko rappresenta l’incrocio giusto tra il miglior Pipita e Mandzukic. Un po’ centravanti di manovra, un po’ torre. Oddio, non proprio un lottatore come il croato, però comunque sarebbero chili e centimetri di preoccupazione per i difensori avversari. E movimenti da top, ancora più sottili. Dzeko –diciamolo- è un quasi Benzema. Sapete anche voi come gioca, pregi e difetti. La cosa più interessante allora è tentare di capire in che modo Pirlo potrebbe utilizzarlo. Con quali compagni di reparto e in quale sistema.  
 
SISTEMI A QUATTRO- Oggi come oggi vien difficile immaginare una Juve non ‘a quattro’. Mettete Dzeko al posto di Higuain, Kulusevski al posto di Bernardeschi e da una qualche parte a centrocampo Arthur (magari non sotto Ronaldo), e sarebbe già una Juve più forte.  



Sulla fascia destra serve un esterno molto resistente, se si gioca col tridente, perché poi quando tocca difendere, CR7 condiziona. Ti obbliga al 4-4-2, e da lì non si scappa. In questo senso Kulusevski, dovesse imporsi tecnicamente, sarebbe l’ideale laggiù in fondo, al posto di Bernardeschi. Sarri sapeva bene che Dybala a destra, insieme a CR7 e Higuain, poteva starci sì, ma solo per un periodo di tempo breve, magari per incidere nei secondi tempi (vedi Juve-Inter). Con Dzeko il discorso non cambierebbe, credo. Pirlo o non Pirlo. Anzi, sarebbe un attacco ancora più ‘pesante’ da controbilanciare.  



La seconda Roma di Spalletti difendeva con interpreti molto diversi. Stessa configurazione (difensiva) ma caratteristiche impensabili per la Juve attuale. Sotto a Dzeko o in tandem che dir si voglia, non stava un fenomeno a passeggio, ma il Ninja, uno che correva come e più di un centrocampista. Gli esterni, Salah e Perotti, due esterni puri, partecipavano alla fase difensiva allineandosi quasi sistematicamente ai due di centrocampo (De Rossi e Paredes). Non si può chiedere il lavoro di Perotti a CR7, per avere poi Dybala sotto Dzeko e farli giocare quindi tutti assieme, il bosniaco, Kulusevski, Ronaldo e l’argentino.    
 


Un’altra considerazione da fare è che negli ultimi anni Dzeko ha giocato in un 4-3-3 solamente con Di Francesco (stagione 17/18). Lo stesso Eusebio aveva virato poi su altri moduli, tornando spesso e volentieri al 4-2-3-1. Ma se è vero che Dzeko è abituato a dialogare con un trequartista sotto e non in coppia con un altro attaccante o fra due esterni larghi, è altrettanto vero che l’atipicità di CR7 ci impedisce di immaginare un tridente simmetrico o un tandem vero e proprio. Ronaldo è unico: non è più un esterno da massima ampiezza e non è nemmeno un’autentica seconda punta. Eccovi un Milan-Roma del 2017. Ronaldo non può fare l’ El Shaarawy.    



Pirlo potrebbe avere forse nostalgia del rombo, ricordate il Milan di Ancelotti? Qualche interprete più adatto per farlo meglio rispetto al Sarri di inizio anno ce l’avrebbe, tipo Arthur o ancora Kulusevski. Ma Dzeko poi lo mettereste sul centrodestra del fronte d’attacco? Mah. Poi sono cambiati i tempi, oggi in pochi utilizzano quel sistema ad alti livelli. Magari arrivi a quelle stesse posizioni attraverso un 4-3-3, con un esterno che va sotto le due punte momentaneamente.
 
SISTEMI A TRE – Ora si torna a parlare anche di difesa a tre, che Sarri aborriva (“mai”, “improponibile”). Da questo punto di vista Pirlo è certamente meno dogmatico, più aperto e flessibile. D’altra parte la sua formazione non può che essere più aggiornata, più ‘europea’. Ma questo non risolve i problemi ‘materiali’ e ‘strutturali’ della Juventus. Non basta avere tre centrali forti per impostare una squadra a tre. Servono i quinti e i centrocampisti adatti. E davanti? Dzeko-Ronaldo? In Europa il Lione (unica eccezione) è arrivato in semifinale con quel modulo avendo una batteria di contropiedisti in attacco (gente che vive di attacchi continui alla profondità). Il 3-5-2 dell’Inter di Conte invece appena trova una squadra che palleggia come si deve non vede più la palla. Poi c’è l’ultima Roma di Fonseca, un esperimento interessante comunque distrutto dal Siviglia di Lopetegui. Invece di avere tre centrocampisti tosti fisicamente, come Lione e Inter, la Roma ha schierato talvolta una mezzala-trequartista: Mkhitaryan. Ad esempio contro il Napoli. Anche così due giocatori su dieci potevano restare sopra la linea della palla.     
 


E quando aveva a disposizione due incontristi come Diawara e Veretout, Fonseca passava volentieri al 3-4-2-1. Potrebbe farlo il 3-4-2-1 la Juve di Pirlo? Un giocatore chiave sarebbe ancora Kulusevski (mezzala-trequartista), ma ho i miei dubbi. Utopia pensare a Ronaldo-Dzeko-Dybala in un sistema del genere.



Guardate dove stavano in fase difensiva i due trequartisti della Roma contro la Juve nell’ultima di campionato. Impensabile per CR7, se il centravanti lo facesse Dzeko.   



Eppure se vuoi giocare col 3-4-3 o 3-4-2-1, i due trequartisti quello devono fare. L’esempio più europeo? Il BVB di Favre. Ecco la fase difensiva del Borussia Dortmund nell’ultimo Klassiker, appena prima del pallonetto decisivo realizzato da Kimmich. Vedete dove stanno Hazard e Brandt, le due sottopunte del 3-4-2-1? Quando difendono i gialloneri si mettono col 5-4-1. Poche storie.  



Un’ultima non-soluzione per la Juve è il 3-4-1-2, che in Italia guarda caso fanno solo Atalanta e Verona. Tra Juric e Gasperini infatti c’è un rapporto particolare di discepolanza. Non ha senso pensare una cosa del genere oggi alla Juventus, semplicemente non ha senso. Le caratteristiche dei giocatori non lo consentono. Hai comprato Arthur, non De Roon. Hai Cuadrado, non Hateboer. Hai CR7, non Zapata (Dzeko non potrebbe stare lì a destra dove c'è già Cristiano). Inoltre il modo di difendere della Dea, che è poi il suo segreto per non essere passiva pur difendendo a tre dietro, comporterebbe una rivoluzione tale che al confronto la zona pura richiesta da Sarri non era niente. Si fa presto a pensare a una difesa a tre, però poi se vuoi dominare il gioco come dice di volerlo dominare Pirlo, c’è da correre tutti. E correre tanto.