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Il minuto indicava due volte il 7, però alla fine l'ha decisa il 10. Cifre e destini che s'intrecciano, a Torino: la Juve ha battuto il Milan per 1-0, ma a sorridere - oltre alla Joya, autore di una rete meravigliosa e pesantissima - non c'è una gran folla. E' che Ronaldo ha ingoiato tutta quell'atmosfera festosa di chi era già pronto a lasciarsi alle spalle questo mini ciclo, massacrante dal punto di vista fisico, incredibile dal punto di vista dei risultati prodotti. Dopo la porta sbattuta da CR7, in allestimento ora ci sono solo gli studi d'inchiesta sulla reazione sproporzionata e sul ciò che sarà (perché per qualcuno sarà sicuramente qualcosa) del portoghese. Neanche un mezzo accenno, e questa è la roba triste, arriverà in omaggio alla giocata sontuosa di quel Paulino benedetto. 

DAI PROBLEMI - Niente paura. Qui si parlerà solo di un gioiello che è entrato ancora dalla panchina e che ancora ha tolto le castagne dal fuoco. Sarri l'ha relegato alle sue spalle un po' per fare spazio agli 'okay' di Ronaldo, un po' perché in settimana c'era stato quel brutto problema gastrointestinale che non l'aveva lasciato serenissimo: di sicuro, gli aveva pure tolto quell'aura magica di chi ormai aveva dichiarato il suo status d'imprescindibilità. Una scelta coerente in ogni sua motivazione, un part time con CR7 scientificamente inevitabile (che inguaia ulteriormente la posizione del portoghese), una storia che ormai non è più magia ma solida realtà. Il come è fantascientifico, il perché sa invece di legge non scritta ma ugualmente applicabile nelle classiche circostanze di questa stagione: Juve in difficoltà e singolo che la risolve agli sgoccioli. Del resto, se un terzo dei gol bianconeri è arrivato nell'ultimo quarto d'ora, qualcosa vorrà pur dire. E quel qualcosa racconta di rosa profonda e di fuoriclasse in attesa di chiamata. Stile football americano. Stile Dybala.

AI FATTI - E' altamente probabile che nella lettura della partita di Sarri ci fosse anche quest'approccio dell'argentino. Sembra un mezzo paradosso ponderare l'imponderabile, ma in fondo lo è pure la 'bella' Juve di MS. Che lotta nel fango e che soprattutto ha conservato un tratto propriamente allegriano: aspettare il punto giusto per cuocere la preda, pure rischiando, di sicuro rivitalizzando avversari che sembrano provati dal tempo e dalla classifica. E' fatta così, la Juventus. Dura a morire, ma anche a cambiare. In questo senso Dybala si è dimostrato per l'ennesima volta l'elemento che più sa spaccare i momenti e le difese altrui, davvero imprescindibile nel suo spesso starne ai margini. Anche solo con un guizzo, anche solo aizzare in qualche modo la reazione dei suoi. Anche di giocata e di tiro secco sul palo opposto. Nel modo illogicamente più consono, il dieci entra, punge e sentenzia. E poi carica la folla, come dimostra l'esultanza che ha il doppio del valore dopo il gesto irrispettoso di Cristiano. 'Visto che ci sono io?'. Fortunata, la Signora. Speriamo se ne accorga anche chi Le sta intorno.