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Paulo Dybala, dopo il gol allo Zenit San Pietroburgo, ha voluto rendere omaggio a Michel Platini con una esultanza che ha riportato il gesto polemico di Le Roi dopo una rete annullata nella finale della Coppa intercontinentale contro l'Argentinos Juniors. In tanti hanno gradito, ma c'è chi ha storto il naso. Si tratta di Marco Tardelli, ex centrocampista bianconero, che di Platini è stato compagno di squadra dal 1982 al 1985.

Sulle colonne della Stampa, Tardelli ha scritto, rivolgendosi alla Joya: "Caro Dybala, ho visto la tua esultanza dopo il gol, ho visto che hai voluto rievocare col tuo gesto quello celebre che fece polemicamente Michel nella finale della Coppa Intercontinentale quando gli annullarono un gol. Era un omaggio, ma non ho capito bene il nesso. E comunque ti auguro di diventare grande e determinante come lui per le sorti del club, e soprattutto rispettato ed amato da noi compagni per la sua semplicità e il suo rispetto nei nostri confronti. In bocca al lupo".

Tardelli si però espresso anche sulla doppia faccia della Juve, tra campionato e Champions League: "Impossibile riuscire a decifrare le contraddittorie prestazioni della Juventus, eppure sono due facce della stessa medaglia. Sono le stranezze del calcio che, spesso, neanche noi che siamo in campo, insomma neanche gli stessi giocatori riescono a comprendere".

Di Allegri, ha detto che "sta cercando di dare un equilibrio alla squadra, provando e riprovando con formazioni che fino ad oggi non hanno dato i risultati sperati. Ma la partita di Champions contro lo Zenit gli permette di continuare a sperare".

E, tornando a Dybala e alla sua prestazione contro lo Zenit, Tardelli ha detto che "ha restituito fiducia all’intero ambiente juventino. Non per le giocate o i gol, ma per come ha guidato la squadra e per come da capitano ha dato l’esempio che si può uscire da un periodo difficile, con personalità e qualità. Ha ritrovato la fiducia dell’allenatore e dei suoi compagni, la fascia sul braccio sembra averlo cambiato. Adesso è lui a guidare il treno, è lui che deve determinare il gioco come hanno fatto Platini, Baggio, Del Piero, Ronaldo".