Alla fine la Juventus ce l’ha fatta, verrebbe da dire. Sì, perché il club bianconero ci aveva già provato a dividere la propria strada da quella di Dybala. Era il 2019 e con il Manchester United era tutto fatto, a Torino sarebbe dovuto arrivare Lukaku. A far saltare tutto, proprio l’attaccante argentino, che si impuntò, per restare a Torino e continuare a vestire la maglia della Vecchia Signora. Questa volta, nemmeno la possibilità di scegliere. Quello che l’ad bianconero Maurizio Arrivabene ha raccontato appare chiaro: nessuna offerta al ribasso, nessuna offerta, semplicemente la presa di coscienza che la storia di Dybala alla Juve fosse giunta ai titoli di coda. Insomma, al calciatore è stata levata la penna dalle mani e mostrata la via che porta lontano da Torino, che poi questa porti a Milano o all’estero, poco importa.
Messo alla porta, non ci sono altri modi per descrivere quanto successo oggi. Scelta legittima, quella del club, che decide come gestire le proprie risorse e come programmare il futuro. Scelta che cancella la prima parte di stagione, quando Dybala era stato messo al centro del progetto e quando era stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto. Scelta, però, che è come un colpo di spugna su un pezzo importante della storia recente della Juventus. Sì, perché non parliamo di un calciatore qualunque, ma di quello che è stato investito della maglia numero 10 della Vecchia Signora e del ruolo di vicecapitano, quello che ha segnato le giovani generazioni juventine cresciute con le sue giocate, quello che è stato l’uomo immagine del club, il più social. In virtù di questo, la gestione della vicenda è stata insufficiente, da entrambi i lati.