PESCE FUORI D'ACQUA - E Dybala è un pesce fuor d'acqua per questo e mille altri motivi. A partire dall'ingombranza del suo nome costantemente in panchina, dagli strascichi di un mercato che non è certamente finito in quel due settembre matto e sconclusionato. La verità è che il vice Higuain, quello perfetto, sarebbe Mario Mandzukic. Banalmente per una questione di caratteristiche. Più approfonditamente per una leadership naturale che Paulo non ha mai (concretamente) dimostrato di avere. Si dovesse parlare esclusivamente di un elemento spacca partita, ecco che Dybala sarebbe una chiave di volta più utile rispetto al croato: ma quante gare, una Juve potenzialmente dominante, avrà da cambiare da cima a fondo? E soprattutto: Paulo accetterebbe un ruolo da comprimario? No, non esisteranno mai questi scenari. Né esiste la possibilità che Mario rimanga a Torino.
IL PROCESSO - Un altro aspetto su cui dovrà lavorare MS è proprio questo: l'inserimento graduale di Dybala in un contesto preciso, in cui l'argentino non potrà 'sfarfallare' o andare di solo talento. I meccanismi si acquisiscono con pazienza e perseveranza, e la sensazione è che Paulo per ora si affidi più all'istinto che a un copione provato e riprovato. Forse è dovuto anche a quella matta voglia di dimostrare tutta la sua forza, assolutamente naturale dato il suo rapporto con l'undici titolare. Magari col Verona, con più minuti e meno pressioni davanti, torneremo a vederlo nuotare più forti di tutti. In ogni caso, il suo talento non deve affogare. Non lo merita.
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