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Le antiche scale del San Paolo sussurrano ancora e chi ha buon orecchio può ascoltare ciò che di magico e segreto raccontano. Storie quasi epiche cesellate intorno alle figure di cavalieri leggendari. Due in particolare, Omar Sivori e Diego Armando Maradona. Entrambi profeti del calcio universale che seppero trasformare la stessa città di Napoli in una sorta di castello incantato permettendo alla gente di inorgoglire e di sentirsi fiera agli occhi del mondo.

La terra possiede “radici” profonde. L’erba può venir cambiata e ripettinata, ma anche lei avrà scolpito nel suo Dna cosmico l’imprinting della sua madre originale. Sicché il prato sul quale i giocatori del Napoli e della Juventus verranno chiamati questa sera a per mostrare il meglio di loro stessi sarà il “medesimo” di quello benedetto in tempi differenti e con modalità diverse dall’Indio Cabezon e dal Pibe de oro. Da uno dei ventidue protagonisti di questa sfida dai sapori variegati e molto speziati sarà lecito e persino naturale attendersi qualche cosa di particolare. Gli altri correranno e lotteranno, lui dovrà danzare perché il Dio Palla lo ha fornito di armi e di qualità riassumibili nella parola talento. Come Sivori e come Maradona. Il pubblico, osservandolo, dovrà intravedere attorno alla sua figura la medesima “aura” appartenuta alle due leggende.

Paulo Dybala non potrà permettersi, questa sera, di essere semplicemente uno dei ventidue. Già prima di scendere in campo e quindi nello spogliatoio dovrà trovare la voglia e il cuore per ascoltare le “voci” in arrivo per magia da quelle pareti che videro i suoi due patriarchi argentini attrezzarsi per la battaglia come faceva Achille prima di lanciarsi verso le mura di Troia. Poi, al cospetto della gente che riempirà il San Paolo per renderlo simile al Vesuvio in eruzione, dovrà continuare a percepire sulla pelle le vibrazioni che arriveranno da lontano solo e soltanto per lui. Avrà, insomma, il dovere sacrosanto di onorare al meglio e impiegando tutto se stesso con corpo e anima coloro i quali con addosso la maglia numero 10 seppero innamorare almeno tre generazioni.

Una serata molto particolare, dunque, attende Paulo Dybala e dal suo riuscire a non deludere o disattendere le attese dipende in parte anche il suo futuro di campione degno di celebrazione planetaria oltre il gol o la performance occasionale. Un compito certamente arduo ma, comunque, alla sua portata se saprà ritrovare la parte migliore di se stesso che, come professionista ma anche genio del pallone, negli ultimissimi tempi sembra essersi un tantino assopita. E’ ciò che si attende il popolo bianconero. Quello napoletano lipperlì s’incazzerà non poco ma, provvisto nel profondo di una sportività innata e della grande bellezza lasciata in eredità da Omar e da Diego, alla fine batterà le mani.

@matattachia