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"Non so se resterò alla Juventus a vita, di sicuro non me la sento di fare promesse quando non dipende da me. Non dico nemmeno che questa sarà la mia ultima annata a Torino. Penso al presente e voglio vincere tutto, nel calcio di oggi non si sa come sarà il futuro". Così Paulo Dybala, intervistato da France Football, rivista che assegna l'ambitissimo Pallone d'Oro, ha risposto alle domande sul proprio futuro, sottolineando come una lunga permanenza, pur nelle sue idee, sia in realtà frutto di diverse componenti.

PALLONE D'ORO - "Mi piacerebbe giocarmelo alla pari con Neymar in futuro, al momento però è lui quello più vicino a vincerlo essendo più vicino a Messi e Ronaldo come livello. Io devo lavorare per migliorare e vincere trofei. Una volta davanti ad un falò tra amici abbiamo espresso tutti un desiderio: il mio era proprio vincere il Pallone d'Oro".

MESSI - "Ho sempre ammirato Ronaldinho ma Leo è come Maradona per quelli della nostra generazione. Per me è un onore giocare insieme a lui in Nazionale. Ci ha trascinati al Mondiale con la tripletta all'Ecuador, è un leader nato. L'espressione di 'nuovo Messi' non è deleteria per un calciatore, dipende da come la si prende. Qualcuno non la vive bene, io però sono contento e scendo in campo concentrato per raggiungere i miei obiettivi".

CARDIFF - "Abbiamo sbagliato completamente il secondo tempo, io mi sentivo impotente. E' stato strano perché abbiamo preso quattro goal quando in tutta la competizione, fino a quel punto, ne avevamo incassati appena tre. Buffon? E' una leggenda, è rispettato da tutti. Ha quasi 40 anni ma è come se ne avesse 20".

DANI ALVES E POGBA - "Devo ammettere che ci manca molto uno come lui, ha un'ampia visione di gioco come pochi e scendeva in campo con grande sicurezza. E' uno dei migliori che abbia mai visto giocare. Anche la partenza di Pogba è stato un duro colpo: oltre all'intesa in campo c'era anche quella fuori, siamo molto amici".