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Dybala sì, Dybala no: questo il dilemma. Puntare ancora su un giocatore di classe dalle giocate sublimi, uno dei pochi in circolazione capace di dare ancora un senso estetico alle partite oppure dire basta a troppi infortuni e a una carenza di carisma, che lascia intravedere qualche labilità caratteriale?

Parecchio tempo fa, quando lo spettatore, il tifoso, il giornalista non guardavano oltre il campo, la risposta sarebbe stata Dybala sì. Nel calcio di oggi in cui si guardano i conti, si leggono le statistiche e l’aspetto societario aziendale conta quasi quanto quello spettacolare, serpeggiano i dubbi. I dubbiosi dicono: troppi infortuni, troppa fragilità psicologica che rasenta l’immaturità, troppi capricci e troppa avidità. Dulcis in fundo: troppo poco affetto verso la maglia. Se ora Dybala vuole chiudere al più presto è perché non ha trovato offerte degne altrove. Ergo: se ne vada, la Juve non firmi.

L’ argomento forte di chi dice no a Dybala ci pare la frequenza unita alla  pesantezza (per non dire gravità) degli infortuni. Per il resto, le “dinamiche” appartengono a quelle del calcio d’oggi. E’ inutile rapportare gli odierni giocatori bianconeri a Del Piero. Sembra anche un tantino pretestuoso pretendere limature economiche sempre più sostanziose dopo quelle già avvenute e, in fondo, ratificate su un piano più importante rispetto a quello notarile. A quanto si sa, c’è stata una stretta di mano tra Arrivabene e Antun sui punti fondamentali del rinnovo. Ora, la società prende tempo. Ma è per ragioni aziendali non valutate prima o perché si pensa che la Juve non ce la faccia a entrare nelle prime quattro?

Quando è stata data la parola (sempre che sia vero, ma non sono giunte smentite) la classifica era assai peggiore di oggi, le possibilità di entrare nella Champions futura minori di adesso. Dybala continua a inanellare buone prestazioni sul campo e risponde a punzecchiature apparentemente gratuite subìte da Arrivabene, fatte pervenire obliquamente tramite i media.

Ci chiediamo il perché di questi avvertimenti. Forse la verità sta nei dettagli, ma per saperla bisogna essere il diavolo.