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Ne aveva maledettamente bisogno. E l'ha aspettato maledettamente a lungo. Il ritorno in campo di Dybala, quello dal primo minuto e da protagonista indiscusso, non è stata una semplice boccata d'aria fresca: è stato un weekend in montagna dopo una settimana di 70 ore lavorative. Un tuffo nel suo vecchio mondo per ritrovare sensazioni, autostima, orgoglio. Soprattutto, per ritrovare una dimensione anche spirituale in questa Juve, una sua pesantezza e quindi una sua importanza. Perché non può esistere un Dybala dodicesimo, tredicesimo o quattordicesimo. Esiste un talento da preservare, pure nel momento della fatica. 

LA RISPOSTA - E' stata una prestazione necessaria, e necessario era pure l'iter della gara con il Verona. Anche nell'errore di Demiral, nei calci iniziali, nella fatica d'impostazione. Era necessaria perché abbiamo visto un Dybala a 360 gradi: uno che le dà e le prende, uno che gioca sul velluto e sul ruvido, uno che si riprende sostanzialmente la scena e che lo fa con entusiasmo, riassaporandone l'abitudine. Magari non punge, però risponde. E poi comunica, lo fa con tutti. Con Cuadrado, spina costante; bene ma sporadicamente con Ronaldo, il partner in crimini calcistici, mentre aspettano l'acqua al mulino trasportata da un Matuidi a mo' di food delivery. 

DA ADESSO IN POI - Non ci fosse stato Ronaldo, probabilmente quel rigore l'avrebbe battuto lui. E sarebbe pure stato il migliore in campo, senz'appello e senza punti deboli. In ogni caso, questa partita segna un pre e un post, e sul taccuino di Sarri la pagina del numero dieci non sarà scarabocchiata dai soliti condizionali, ma tratterrà l'inchiostro delle certezze e dei giorni giusti. Non è un titolare di questa squadra, probabilmente non potrà esserlo: ma è la chiave di volta di una Juve che si specchia diversamente bella se c'è lui in campo. Può essere l'arma letale, non quella segreta. Può essere un punto esclamativo in una squadra di periodi precisi e delineati. Può essere Dybala, la variabile impazzita e il bello che ti apre lo stomaco. Può essere, e l'ha dimostrato.