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In questo momento è in Argentina Paulo Dybala in ritiro con la sua Nazionale. La Joya ha parlato ai microfoni di ESPN Argentina. Queste le sue parole: 

JUVE - "A Roma per sentirmi importante? Sì, gli ultimi anni alla Juve non sono stati semplici, cambiare aria mi ha fatto bene. Mourinho mi ha chiamato e in pochi minuti ho preso una decisione. Lui come anche il Direttore Sportivo mi hanno parlato del progetto e della voglia di continuare a vincere come hanno fatto lo scorso anno. Essere protagonista in una squadra così mi aiuta tanto. Come mi hanno accolto i tifosi? È stato insolito. Quando entri allo stadio sei con i compagni, lì ero da solo. Non mi era mai capitato. Il tifoso della Roma è simile a quello argentino per quanto riguarda la passione. Diverso dall’ambiente della Juve, più simile a quello argentino. Hanno una pazzia bella: sento questo affetto, per loro viene prima la Roma che la famiglia. Vivono il calcio come noi".

LA SCELTA DELLA ROMA - "Eravamo a Roma con la Juve stavamo vincendo 4-3 e l’allenatore mi ha fatto uscire. Mourinho si è avvicinato alla panchina per salutarmi e mi dice: «Sei un fenomeno». Questo episodio mi è rimasto fisso, ma non potevo sapere poi cosa sarebbe successo con il rinnovo alla Juve. Quando poi mi ha chiamato la prima volta, lui mi ha chiesto se mi ricordavo di quel momento. E io: «Certo, come potrei scordarmene. È stato un onore». Poi mi ha detto: «Bene, ora devi farlo per me». Mi ha chiamato anche nei giorni seguenti ed è stato semplice decidere. Lavorare con lui è facile. Con Jose parlo di tutto, conosce tutti i giocatori, da quelli di elite alla terza categoria. Ha un gruppo di persone che lavora benissimo. Di Mourinho mi ha sorpreso l’umiltà che ha, tratta tutti allo stesso modo. Certe volte può dare un’immagine diversa per quello che si vede in campo. Poi l’ho visto anche arrabbiato... Sono molto felice alla Roma, quando uno si trova bene è più facile".

NAZIONALE - "Quando si avvicina il Mondiale si vuole sempre andare in nazionale, non volevo mancare. Tutti lavoriamo per andare al Mondiale, poi sarà il ct che farà la lista. Da argentino c’è sempre l’illusione di voler andare al Mondiale. Personalmente lavorerò nello stesso modo: dando tutto col mio club per il ct mi veda e possa contare su di me".