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Con Dybala è un tango, con Ronaldo è passo a due. Mettiamola così, che tanto in ogni caso Gonzalo Higuain balla con più forza, talento e voglia di tutti. Sotto la pioggia di Bergamo, il Pipita finalmente pareggia il numero degli assist con il numero dei gol. Non era una necessità impellente, ma qualcosa su cui Sarri aveva costruito una mezza critica. Buoni e importanti, gli assist: 'Però Gonzalo ricordi di essere un nove'. E che si trova al centro dell'attacco per fare gol. 

ISTINTO - Un lampo di memoria, quello contro la Dea. Novanta minuti in cui Higuain ha costruito e sbracciato, si è fatto vedere e ha giostrato la fase offensiva. Senza Ronaldo e con un Dybala inizialmente imprigionato dalla rabbia, Pipa s'è assunto un carico di responsabilità fortissimo. Ha gestito - bene - ciò che gli è arrivato, quindi ha suonato la carica sui primi scricchiolii nerazzurri, caduti sotto il colpo di fortuna aizzato dal destro del 21. Ha aperto e chiuso: provocando la rimonta con l'istinto più vecchio di tutti, quello di calciare in porta senza pensarci.

LA DIFFERENZA - Parlare di rinascita è obsoleto: l'anno tra Milan e Chelsea non fa più notizia, è stato qualcosa di passeggero e questo è già diventato fattuale. Si può discutere però di approcci, di mentalità. Di coppie d'attacco che non scoppiano mai, nemmeno se provate dalla presenza del giocatore più forte al mondo. Perché è come se con Ronaldo di mezzo, Higuain diventasse quasi un altro attaccante: a pensarla male, qualcuno direbbe che con CR7 arriva persino a snaturarsi, coi suoi 'abbassamenti', con il suo accentrarsi per lasciare spazio agli inserimenti di esterni e (talvolta) mezzali. Con Dybala, no: c'è un giocatore di talento al suo servizio, coadiuvato da un trequartista che fa dell'equilibrio la prima risorsa e del filtrante un generoso omaggio. Con Paulo pensa a far gol, con Cristiano pensa (anche) a creare l'occasione giusta. Differenza sostanziale, ma Sarri è stato chiaro: 'Higuain è qui per segnare'. E bentornato...