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Che fretta c'era, se fa male solo a me? Loretta Goggi, quarant'anni fa. E la Juve, quarant'anni dopo. La verità è che le canzoni sono senza tempo, le trattative invece ce l'hanno e se lo fanno pure rispettare. Tutto giusto. attendibile, solo a tratti sorprendente quanto accaduto in queste lunghe e infruttuose finestre di mercato della Juventus. Prima Di Maria che ha preso tempo (per guardarsi attorno), poi i contatti per Berardi (di lunga e vecchia data), infine l'attesa. Snervante. Fastidiosa. Che i tifosi faticano a digerire perché a pochi chilometri dalla Continassa, sfoggia un sorriso poco contagioso: è quello di Jorge Antun, agente di Dybala, che ha incrociato - stavolta davanti alle telecamere - il proprio cammino con quello di Beppe Marotta. 

TEMPISMO E TEMPESTA - Apriti cielo e benvenuta tempesta: l'Inter sembra faccia dieci passi in avanti e il numero non è casuale. La Juve? Qualcuno indietro, oggettivamente. Se per Pogba siamo ai dettagli e l'emoji del Polpo assomiglia sempre più al simbolo del nuovo corso, la ciliegina su questa torta in costruzione è necessariamente l'esterno, il talento, il tasso tecnico che deve prendere il posto (in campo e nello spirito) finora occupato da Dybala. Nedved, a domanda diretta, aveva liquidato il dolore di un addio con la certezza del futuro: "Abbiamo le idee chiare". Ebbene: dove sono?

CHE FRETTA C'ERA? -
Ventisei giorni al ritiro e nessun acquisto. C'è tutto il tempo del mondo e il mondo allo stesso tempo lo cavalca, quel tempo. In realtà, a guardarsi intorno, non è poi così palese questa frenesia di chiudere, anticipare, sbagliare ed eventualmente correggere. Ci sono idee, però. Idee sviluppate. Idee fattibili. Idee chiare. Le ha avute l'Inter, che sostituirà Sanchez e Perisic con Dybala e Gosens, quest'ultimo già parcheggiato ad Appiano, in attesa di capire il futuro di Lukaku. Eccolo, il necessario confronto, un piccolo esempio, persino da seguire. Senza Bernardeschi e Dybala, senza Kulusevski salutato già a gennaio, chi occuperà quello spot così delicato? Tornerai, maledetta primavera. Ma che fretta c'era...