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No, la Juve non è tutta qui. E' tanto altro ed è troppo potenziale. La Juve è un cantiere che conserva una facciata antica: alle spalle c'è chi lavora, ma chi la guarda quasi non si rende conto dei cartelli 'work in progress' esibiti da parole, opere e commissioni (d'agenti). E allora capita che ci s'imbatta nell'errore più vecchio di tutti: quello di volere tutto, non più sana ambizione se si vuole accorciare il tempo. Va letto così, il momento bianconero. Va letta così anche la crescita di Paulo Dybala: senza Ronaldo, a lui è toccato il ruolo di variabile impazzita alle spalle di quei 20 metri da colmare. A lui, quella libertà di movimento su cui Sarri ha poggiato tutte le speranze dell'ultimo periodo. 

SULLE SPALLE -
Non l'ha presa solo per la mano, questa squadra. L'ha agguantata e trascinata verso una safe zone che non era scontata (figuriamoci dopo l'inizio un po' così), quindi ha colpito nel momento in cui il Brescia si è ritrovato a fare i conti con la propria essenza: non aveva un riferimento in avanti, sugli esterni iniziavano a calare i colpi, quindi Ayé aveva fatto la roba più stupida di tutte. Cioè lasciare i compagni senza freccia con tutto quel campo su cui ruzzolare. Nell'attimo d'ansia, Paulo ha colpito. Docilmente. Con un mancino che ha baciato il palo e abbracciato il vantaggio. Scene da San Valentino posticipato, comunque bellissime. Scene da alfiere innamorato della sua Regina: perché quando dalla curva hanno iniziato a fischiare al minimo errore, è stato lui a fare ampi gesti. Lui, a difendere la Juve.

LIBERTA' - E poi il movimento, quindi la posizione, la possibilità di aumentare il gioco proprio perché non c'era un pezzetto di terreno da occupare con un bagaglio di compiti tattici. Così è più facile e così è un altro Paulo. Lo sa bene Sarri, quasi costretto a dare a Dybala ciò che Dybala più necessitava, corrisposto da giocate e sprazzi di talento purissimo. E da una perla, lì a far da manifesto totale di questo giocatore. Novanta sigilli, con questa maglia. Novanta segnali, difatti. Nel giorno in cui gli si chiedeva l'ennesimo salto di qualità, una prima risposta è arrivata: no, la Juve non è tutta qui (né Ronaldo-dipendente).