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Dodici minuti appena e, poi, il nuovo ed ennesimo crack. Muore così a Venezia l’icona di colui che, specie dopo la partenza di Cristiano Ronaldo avrebbe teoricamente dovuto caricarsi la Juventus sulle spalle per portarla nella posizione a lei consona per tradizione e per prestigio.

Il problema, però, non riguarda la schiena e la sua capacità di reggere il peso, semmai si parla del fisico. Quello di Paulo Dybala è evidentemente di cristallo e va in frantumi non appena l’impatto è un poco più violento del normale. Ieri sera, nello stadio lagunare, si è avuta la triste conferma.

Un evento sgradevole che è utile anche per dare una spiegazione logica a quello che pareva essere un rompicapo provo di senso ovvero il braccio di ferro senza fine tra il campione argentino e la società bianconera sul tema del contratto che, ormai scaduto da un bel po’, andrebbe rinnovato.

Non è un affare di poco conto. In ballo ci sono dieci milioni di euro spalmabili in cinque anni che rappresentano la cifra pretesa dal giocatore attraverso la voce del suo procuratore. Una somma parecchio importante che prevederebbe l’assicurazione di poter fare affidamento su un atleta assolutamente integro.

I fatti, purtroppo, dicono l’esatto contrario. Alla valenza eccellente per ciò che riguarda il talento di Dybala non corrisponde un’altrettanta garanzia di fisicità. Ed è quindi normale che la società, preso atto di questa situazione inattesa mostri di nutrire grandi perplessità su di un investimento sempre più a rischio.

E’ certamente un grosso problema questo, per la Juventus, per il giocatore e anche per i tifosi i quali erano sicuri di poter contare sull’argentino come il vero leader della squadra a venire. Ora per Massimiliano Allegri la situazione si complica e si ingarbuglia più di quanto non lo fosse già. Oltre alla evidente mancanza di un terminale in fase realizzativa, viene a mancare anche il grande ispiratore. E la Juventus Spa ha i conti in profondo rosso.