Lo stesso Beppe Marotta, nel pre-gara, intanto era tornato su uno dei temi più delicati del momento, quelle relativo ai diritti di immagine della Joya: “Una buona società ha il dovere di supportare l’attività anche extracalcistica del calciatore. Noi ci siamo messi a disposizione per cercare di aiutare in questo contenzioso tra lui e una società che detiene i diritti d’immagine e questo lo facciamo con uno spirito di grande collaborazione. Ci sono delle difficoltà ma sono ottimista che si possa arrivare a una conclusione e far sì che anche il giocatore si possa liberare di questi impicci”. Così si arriva al fischio d'inizio del Bentegodi, dove Dybala si presenta per la prima volta dopo quasi un anno di scarpini neri a marchio coperto con un nuovo logo Adidas su scarpe dorate. Un nuovo inizio sotto ogni punto di vista, dunque.
LA RINASCITA – Contro il Verona, però, Dybala ha avuto vita tutt'altro che facile. Anzi. Per oltre un'ora sembrava davvero che in questa Juve ci potesse essere un problema tattico relativo alla sua collocazione nello scacchiere di Max Allegri. Poi, eccolo, il lampo del campione. Quello che gli ha cambiato la serata, quello che potrebbe cambiargli la stagione: cambia scarpe, cambia piede. È il destro che si trasforma in quello giusto per il gol da tra punti. Passano pochi minuti ed arriva una perla alla Dybala, conclusa tra l'altro sempre di destro. L'anno si conclude così nel migliore dei modi, all'improvviso o quasi. Nella speranza che questa fine (dell'anno), sia in realtà un nuovo inizio.
@NicolaBalice